Prima di comprare un libro, oggi faccio sempre una visita alle recensioni di IBS e di Anobii.
Su IBS il nuovo libro di Mario Calabresi, La fortuna non esiste, ha tutte recensioni al massimo, 5/5. Caso davvero raro.
Ho quindi inserito anche questo libro nel mio carrello.
Avevo già letto Spingendo la notte più in là, libro commovente e bellissimo, chiaramente un libro che Calabresi aveva dentro da tanti anni, che aveva scritto, rifinito e riletto infinite volte dentro di sé.
Difficile ripetere quel piccolo miracolo a così breve distanza, mi ero detta ed ero persino un po’ delusa che l’autore avesse ceduto così presto alle nuove lusinghe della Mondadori. Mi sbagliavo, e mi accingo a contribuire anche io alla pagina di recensioni con il mio 5/5.
La fortuna non esiste è tutta un’altra cosa, ma non è da meno. Calabresi si conferma quello che mi era parso al suo primo libro: un bravissimo giornalista e una persona curiosa e sensibile.
Il suo nuovo libro è un silenzioso reportage sugli Stati Uniti di oggi, spazzati dalla crisi economica eppure più speranzosi e vitali di noi.
L’aggettivo “silenzioso” mi è venuto spontaneo, ora che scrivevo. È silenzioso perché la penna di Calabresi non è una voce, ma uno sguardo, che fa parlare soprattutto le cose. Interi quartieri deserti, dove ogni casa è stata abbandonata da un giorno all’altro da chi non poteva più pagare il mutuo. Il contenuto degli scatoloni dei manager che abbandonano i loro uffici nei grattacieli di Manhattan. La bacheca di una biblioteca in una città fantasma. Una piscina vuota. Un aereo dell’esercito italiano, che trasporta verso un nuovo mondo un bambino afgano. Il semplice buffet di biscottini fatti in casa che accoglie Michelle Obama all’inizio della campagna elettorale. Un villaggio di camper in riva all’oceano.
Dopo le cose, anche le persone parlano. E raccontano i nuovi inizi e le nuove vite, ricostruite dopo aver perso tutto, aver subito mutilazioni nel corpo e nell’anima.
È la famosa resilienza, quel nucleo indistruttibile di forza e di energia che ci fa resistere a tutto e rialzare la testa, e che ognuno di noi ha dentro di sé anche quando non lo sa. Un nucleo – Calabresi non lo dice ma credo lo pensi – che hanno anche i gruppi, le società, i paesi.
Quando si dice il caso, ho messo ieri, no è oggi visto che era passata la mezzanotte, una sua intervista da youtube sul mio blog e poi leggo da te… ^_^
Buon fine settimana.
Mara
Ciao Luisa,
sono andata a leggere tutte le recensioni e quasi non potevo credere che fossero tutte così positive. Forse abbiamo bisogno di credere che qualsiasi destino prenda forma possiamo sempre scegliere se dirgli sì o dirgli no e in che modo. Appena ho finito “La spinta gentile” lo leggo. Grazie per la segnalazione.
A presto
Federica
Ciao Luisa,
non so perche’ scrivo i commenti sui blog sempre di notte! Forse perche’ non sento i vicini che litigano, i gatti che si azzuffano, mia madre che borbotta…
Gustero’ i libri del bravissimo giornalista Mario Calabresi (dirige anche il quotidiano La Stampa che da brava torinese leggo tutti giorni)in piena estate.
Ho gia’ letto alcuni dei libri che hai segnalato e non sono certo stata delusa. Il mio IBS sei tu!
grazie e un saluto cordiale da Eli
finalmente un libro semplice e benscritto
complimenti
http://www.immaginiitalia.eu
Un ottimo blog, complimenti