La solitudine del giovane comunicatore si intitola il bel pezzo di Mariella Governo sul sito della Ferpi. Sono davvero, i ragazzi di oggi, “senza un Maestro accanto”? Soli, nonostante i mille master, i tanti libri e la rete dei social media?
Un po’ sì, mi sa, almeno a giudicare dalle quantità di email che ricevo da loro e da come ti aspettano con pazienza alla fine di una lezione per chiederti un consiglio o solo scambiare due parole.
La generazione di Mariella e mia era pure sola, ma in modo diverso. Avevamo poco e niente cui fare riferimento, ma abbiamo avuto dei maestri.
Il mio personale “master di comunicazione” l’ho fatto nella redazione della più gloriosa trasmissione della radio, la mitica Radiodue 3131, dove regnava incontrastato il più bravo e burbero maestro che si possa immaginare, l’allora direttore di Radiodue e conduttore del programma, Corrado Guerzoni.
Accanto a lui, dietro le quinte, la capostruttura Lidia Motta, una donna che faceva tremare le vene ai polsi, ma una talent scout come non ne ho più conosciute: nella mia annata seppe selezionare una squadra di ragazzini appena laureati, senza né arte né parte, né troppo belli né troppo raccomandati, con i quali ho vissuto una stagione unica e bellissima della mia vita e che oggi sono nelle redazioni di importanti giornali e trasmissioni.
Quella coppia professionale autorevole e temutissima seppe vedere in noi potenzialità che non sapevamo nemmeno di avere e ci diede un’opportunità. Ognuno di noi l’ha colta a suo modo. Io in quella redazione ho capito che potevo imparare a scrivere e soprattutto che mi piaceva, e che si può anche essere un’inguaribile timida eppure trovare le parole giuste davanti a un microfono con tantissime persone che in quel momento ti stanno ascoltando.
Ogni giorno, per tre anni, le interminabili riunioni di redazione sono state altrettante lezioni di comunicazione e di vita. Alla fine dei miei cinque anni radiofonici ero ormai una persona diversa dalla ragazzina che voleva lavorare dietro le quinte di un museo.
Tutto questo mi è tornato in mente oggi, perché quella trasmissione – con tutti noi dentro – è raccontata in un libro con dvd che ho appena sfogliato, La prima volta del telefono, La storia del 3131 dal 1969 al 1995, pubblicato dalle edizioni Eri, collana Teche RAI. L’autore è Raffaele Vincenti, il nostro tecnico di allora che ha poi scoperto anche lui il suo “mestiere di scrivere”.
L’altro maestro l’ho avuto al mio ingresso in azienda. Molto meno burbero di Guerzoni, ma altrettanto colto e originale: Franco Maria Fontana.
Senza di loro tutto sarebbe andato in maniera molto diversa.
Ah, dimenticavo. Anche senza Mariella tutto sarebbe stato diverso: mi contattò nell’inverno del 2000 per il primo seminario italiano sulla scrittura per il web. Il mio nome glielo aveva suggerito Franco Carlini. Lei finalmente non era burbera, ma allegra e solare come la sua zazzera bionda.
Cara amica e Maestra di scrittura e vita, al momento la mia zazzera bionda è coperta da un cappello di pile visto il gelo che ho trovato qui, in Camper, nel Mare del Nord 🙁
Ma la luce e l’aria di questi luoghi sono straordinari.
Grazie per il tuo generoso commento.
Vorrei aggiungere, per i giovani e meno giovani che non si finisce mai di imparare. E non è un luogo comune. A 53 anni continuo a pensare con Galeano: “E ora che pensavo di conoscere tutte le risposte continuano a cambiarmi le domande”. Al mio rientro, Mariella
carissima luisa,
ma al 3131 hai conosciuto anche marco guzzi?
Alessandro
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