Uno degli esercizi di editing che impongo sempre a me stessa (e agli altri) è quello di imparare a togliere in un testo tutto quello che non serve e che si scrive per puro automatismo.
Un esempio classico è quello che riguarda tempi e date:
- nel corso del corrente anno > nel 2009
- durante l’anno appena trascorso > nel 2008
- l’evento si svolgerà nel giorni 20-21-22 giugno p.v. dalle ore 9.00 alle ore 17.30 > l’evento si svolgerà dal 20 al 22 giugno, dalle 9 alle 17.30
- vi aspettiamo il giorno 31 maggio p.v. > vi aspettiamo il 31 maggio
Delle parole “giorno”, “ora”, “mese”, “anno” possiamo spesso – quasi sempre – fare a meno -.
Le date in questione, liberate da parole a contorno e dagli orrendi p.v. (se la data è prossima e imminente non ce n’è bisogno, altrimenti meglio l’anno), si vedranno molto meglio, cosa utilissima nel caso di scadenze e date importanti da cogliere al primo sguardo e ricordare.
Ma togliere non serve solo a far risaltare quello che resta. Ci permette anche di aggiungere qualcosa in più. Io ho imparato a mettere il giorno della settimana, elemento trascuratissimo ma molto utile quando bisogna decidere al volo se siamo liberi per una certa data:
- il convegno si svolgerà martedì 26 maggio, dalle 9 alle 17.30.
A volte però il ‘metti’ può essere necessario: penso ad esempio agli articoli giornalistici, dove non è il massimo trovare infinite ripetizioni a breve distanza -> dunque “durante l’anno appena trascorso” può a ragione sostituire un “nel 2008”, soprattutto se quest’ultimo è stato già usato una/due righe prima.
…e secondo me non bisogna avere delle infinite ripetizioni a breve distanza se snelliscono il testo. Comunque “durante l’anno appena trascorso” può essere sostituito da un più fluido “l’anno scorso”
BravaaAAAAAaaAAAAAaaaaaa!!!!!!
(standing ovation) 🙂
(sì lo so, andrebbero tolte un po’ di A e di !)
;))
Altro errore consueto,
questa sera alle 19:00 > oggi alle 19:00 o questa sera alle 07:00.
Samuel Beckett aveva lavorato con James Joyce ed era un suo grande ammiratore. Lo ammirava talmente che era preoccupato di risultarne plagiato. Per rimediare ha cominciato a scrivere in francese. E a usare il metodo inverso: togliere anziché aggiungere.
In “Politics and the English Language”, 1946, George Orwell butta lì le sei regole d’oro dello scrivere. La terza, la mia preferita, dice: “If it is possible to cut out a word, always cut it out.”
Cerco di limitare al massimo le parole. Il fiato è prezioso.
Che succede se tra due anni prendo in mano una lettara, o un qualsiasi altro documento, in cui c’è scritto:
il 18 giugno
il prossimo 18 giugno
il 18 giugno p.v.
il 18 giugno u.s.
lo scorso 18 giugno
il 18 giugno dell’anno scorso
ecc., ecc.?
Immagino che la risposta sia: devo andare a cercare la data in cui il documento è stato scritto. Ne deriva quindi la regola che mi sono dato (utilizzata peraltro da oltre un secolo dalla Gazzetta ufficiale): le date vanno sempre indicate per intero:
(lo scorso) (il prossimo) giorno mese anno.
(lo scorso) (il prossimo) mese anno.
(lo scorso) (il prossimo) anno
Forse è perché sono un po’ vecchio, ma saltare da un punto all’altro per cercare di ricostruire le date mi fa perdere il filo e dimenticare quello che sto leggendo.
Qualche volta anche quello che sto scrivendo…
Cordialmente
Gianluca
Concordo su tutto, naturalmente. E lo predico in ogni dove.
Fondamentale la faccenda del giorno della settimana. Mi capita di dover fare un piccolo sforzo di concentrazione per dire quale giorno del mese è oggi, ma so dire all’istante se è lunedì, martedì eccetera.
🙂
Ciao!
anche io ho trovato utilissimo inserire il giorno della settimana, molto più chiaro e memorizzabile di p.v. per esempio.