Vabbè che la RAI vuole far sentire sommamente colpevole chi non paga il canone, ma la pagina del sito dedicata agli abbonamenti che mi ha segnalato Mariella Governo fa venire i brividi.
L’abbonamento riguarda la “detenzione” nell’ambito familiare (abitazione privata) di uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni radio televisive.
“Detenzione” come quella delle sostanze stupefacenti e delle armi da fuoco. Strani scherzi delle nominalizzazioni (sostantivi al posto di verbi per esprimere azioni, usati soprattutto nel linguaggio burocratico, quali “espletamento”, “svolgimento”, “invio”, “stipulazione”).
Questo mi ha ricordato quante parole ho trovato ultimamente in siti e brochure aziendali che non sono sbagliate in sé, ma lo sono rispetto al contesto, soprattutto perché evocano qualcosa d’altro, quasi sempre qualcosa di negativo. Eppure gli autori sembrano non accorgersene.
Sono abbastanza per farne un post, anche perché così non me ne dimentico.
L’escalation del fatturato per esempio, come quella del terrorismo.
Le avvertenze sulla home page di una pregevole e utile banca dati, come se si trattasse di un posto pieno di pericoli ed effetti collaterali.
Al posto del coinvolgimento, l’ingaggio, termine – mi sono accorta – sempre più caro alle direzioni Risorse Umane, ma che sui giornali ricorre soprattutto nelle nuove guerre e soprattutto quando per sbaglio si spara a qualcuno.
Incombenza invece del tradizionale e semplice “compito” (le incombenze assegnate): in genere sono i pericoli e le ombre a incombere…
… per non parlare dell’onnipresente sfruttamento (lo sfruttamento di tutte le potenzialità dei nuovi media) e dell’arsenale bellicoso del linguaggio del marketing che ancora non molla la presa, dal fronte al concorrenza o all’approccio aggressivi.
PS Mentre cercavo una buona definizione di “nominalizzazione” mi sono imbattuta in questa ottima pagina del sito della casa editrice Il Pensiero Scientifico. Tutta la sezione Scrivere si riferisce all’inglese medico, ma contiene osservazioni e consigli molto ben formulati e utili a tutti, qualsiasi cosa si scriva in ambito professionale.
Il rischio è che, a forza di semplificare, si perde il significato della parola e quindi la bellezza della lingua. Qualcuno diceva che chi ha il potere conosce ed utilizza molte più parole di chi il potere non l’ha.
Due esempi:
detenere[de-te-né-re] v.tr. (irr.: coniug. come tenere) [sogg-v-arg]
1 Aver acquisito, possedere qlco.: d. il potere; nel l. giur., avere la disponibilità di qlco. senza possederlo: d. l’appartamento di un amico; tenere presso di sé cose illegali: d. armi
2 Tenere qlcu. in prigione; freq. al passivo: gli arrestati sono detenuti in un carcere di sicurezza
http://it.wikipedia.org/wiki/Regole_di_ingaggio
Va bene la semplificazione ma non a scapito della precisione. Specie se dall’imprecisione scaturiscono contravvenzioni o uccisione di persone.
Te le dice uno che ha passato un po’ di tempo a redigere normative.
Gianluca
Vediamo gli effetti pratici della disquisizione teorica. Sono una vittima di questa “detenzione”. Per mia colpa, perché non mi sono informata con la dovuta attenzione. Ho sempre pensato che l’abbonamento fosse relativo alla fruizione di un servizio. Ho disdetto un abbonamento per motivi reali, comunicandoli alla sede RAI. Dopo parecchio tempo ho ricevuto una lettera di invito a pagare tutti gli arretrati ed anche l’abbonamento in corso perché non avevo richiesto i sigilli per l’apparecchio TV e neppure ne avevo segnalata la cessione ad altri. Talmente anacronistico da essere divertente. Ma ho dovuto pagare.
Perfetto per assegnare una esercitazione di riscrittura durante un corso… Grazie per la segnalazione!
🙂
Giovanna
vorrei spezzare 1 lacnia a favore di britney provate voi a fare le acrobazie, i salti mortali e le coreografie ke fa lei mentre cantate le sue canzoni e poi vedete ke bell effetto esce!
Leggo il post preciso di Gianluca e ricordo lo scrittore francese (amnesia per il nome) che diceva che la lingua si inventa ogni giorno. Io aggiungo, si adatta ai tempi. La parola “detenzione” oggi è solo negativa: penso agli otto anni di detenzione in carcere della pittrice iraniana, Delara Darabi, giustiziata due giorni fa per un omicidio commesso a 17 anni. Forse! Penso anche a Erika (Novi Ligure) che ha ucciso madre e fratello a 17 anni e oggi dopo alcuni anni di detenzione in carcere si è laureata con lode. E tra pochi anni tornerà libera anche per buona condotta. Come stride dentro questo mio parallelo. Ma stasera va così.
Mariella (Governo)
Studente fuori sede con televisorino nella casa in affitto, vengo continuamente bersagliato, tramite posta, da richieste di pagamento del canone Rai, nonostante per legge non sia tenuto a farlo poichè appartenente a un nucleo familiare che già paga l’abbonamento alla tv pubblica. Dopo l’ennesimo avviso ho chiamato al call center Rai – a pagamento ovviamente – e un ragazzo mezzo addormentato mi ha semplicemente consigliato di “continuare a cestinare finchè non smettono”… Consiglio poco professionale ma cavolo: HA FUNZIONATO!!
Complimenti per il blog!
M.
[…] i verbi in sostantivi si rischiano delle cose proprio brutte: l’affronto delle tematiche, la detenzione di apparecchi tv, la fissazione dei termini, la presa delle decisioni… Se per l’editing […]