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risali negli anni

29 Aprile 2009

Un giornale per maestro

Jakob Nielsen, nelle sue Alertbox, è tornato a occuparsi molto di scrittura. Non mi meraviglio: nel nostro web sempre più multimediale e affollato il testo è il carburante dei motori di ricerca. Senza parole scritte non vai da nessuna parte.
Il suo ultimo articolo riguarda ancora i titoli, e in particolare quelli di BBC News, secondo Nielsen esemplari per concisione e funzionalità sul web:

  • brevi, perché online si legge meno che sulla carta
  • densi di contenuto, perché concentrano alla perfezione l’articolo
  • con le parole più importanti all’inizio, perché sono quelle decisive sia per i lettori sia per i motori
  • comprensibili fuori contesto, per esempio nei risultati dei motori di ricerca
  • indicativi, così gli utenti sanno se l’articolo è di loro interesse e utilità o meno ancor prima di cliccarci su.

Il titolo medio di BBC News ha 34 caratteri e 5 parole, nota Nielsen, che  va pazzo per i numeri (asta ricordare il suo recente articolo sulle prime 2 parole e 11 battute). Io non vado pazza per i titoli minimali, perché trovo che lunghezza e un po’ di mistero funzionino molto più spesso di quanto pensiamo, ma considero un esercizio prezioso quello di lavorare in economia e tagliare, tagliare, salvando a ogni taglio la comprensibilità. E solo su quella soglia fermarsi.

Trovo altrettanto utile avere un sito o un giornale per maestro di riferimento, cui dare almeno un’occhiata tutti i giorni. Il mio è senz’altro l’Economist. Il fatto che sia scritto in una lingua diversa da quella in cui scrivo io non compromette affatto l’efficacia delle lezioni.

Quello che mi piace di più è soprattutto la capacità dei redattori di creare coppie titolo + sottotitolo brevi, originali, informative, misteriose quel che basta, curatissime dal punto di vista sonoro:

  • Pedal to the metal il ritratto odierno di Sergio Marchionne
  • Down down deeper and down un articolo sulla crisi dei mercati
  • Easier for the camel un dossier sui ricchi.

D’altra parte l’Economist, anche nella sua versione cartacea ha saputo cogliere le novità del web, ma rimanendo se stesso e valorizzando i suoi lunghi e densi articoli. All’inizio di ogni sezione interna c’è ora un indice con i contenuti di quella sezione, proprio come la sezione di un sito. Guidati di titolo in titolo, è impossibile perdersi.

0 risposte a “Un giornale per maestro”

  1. Una cosa che io adoro in generale di chi scrive in Inglese, è la scioltezza con cui si gioca con le citazioni senza sembrare mai pesanti, retorici o tromboni.
    “Easier for a camel” è citazione evangelica; ho appena lavorato un liro per ragazzi (di qualità assolutamente media) in cui il titolo era preso da Percy Shelley, i saccheggi da Shakespeare, Milton e Blake nei titoli di articoli e simili non si contano e così via.
    Ciò è anche douto alla brevità della lingua, io sono costretto a dire “Fatti non foste a viver come bruti” 11 sillabe per passare un concetto con un verso riconoscibile, che in realtà si completa nelle successive 11. Un titolo dovrebbe essere “Fatti non foste”, ma non è che parli più che tanto…
    Però, bravi, al di là delle sillabe!

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