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risali negli anni

23 Marzo 2009

Vedo, dunque scrivo

Nei miei primi tempi in azienda, il direttore dell’ufficio grafico, appena portavo i miei testi e cercavo di spiegare meglio di cosa si trattava, mi apostrofava in maniera perentoria: “Non voglio sapere cosa c’è scritto.” Si informava molto sommariamente, impaginava e poi mi chiedeva di tagliare i testi perché entrassero nel suo layout. Non potevo obiettare niente, solo tagliare. Una riga qua, due parole là.

Quelle contrattazioni estenuanti e quella totale separatezza tra chi scriveva e chi sceglieva forme e colori delle parole mi sono tornate in mente oggi mentre leggevo Writing for visual thinkers, a guide for artists and designers di Andrea Marks, un ebook di 115 pagine pubblicato da Peacock Press (un consistente assaggio è scaricabile anche gratuitamente).

Se noi scrittori ci siamo ripresi in parte anche la forma delle parole, loro, i designer, si sono messi a scrivere. E scrivono tanto: libri, articoli, bellissimi blog.
Come tutti i professionisti, anche per loro la parola scritta è diventata forndamentale. Per spiegare il loro lavoro, distinguersi, farsi conoscere.

A dire il vero questo ebook mi ha conquistata prima di tutto per la splendida copertina e poi perché, anche se non sono una designer, mi sono sentita chiamata in causa. Anche io sono una visual thinker, e sempre di più lo divento.
Come tutti gli ebook “formato paesaggio”, anche questo largheggia molto in spazi e immagini e non contiene tanto testo quanto farebbero pensare le oltre 100 pagine.
Ci sono molte cose che già sapevo, ma non rimpiango affatto i miei 12 euro (l’iscrizione gratuita comporta uno sconto).

Il libro è rivolto ad artisti e designer, ma la panoramica iniziale sui tanti modi per progettare un testo è ricca e utile a tutti: mappe mentali, mappe concettuali, liste, freewriting, taccuini, outline, storytelling… Scorrendo l’intera rassegna mi sono improvvisamente resa conto che quella che ho ormai non uso proprio più è la classica scaletta. Mi esercito invece, e tanto, in quella che l’autrice chiama reflective writing, cioè la scrittura per capire, per chiarirsi le idee. Solo che la mia esce dal privato e diventa quasi sempre pubblica: sito, blog, libri, un post come questo.

Niente mi ha aiutato a crescere professionalmente quanto questo esercizio quotidiano di spiegare il mio lavoro agli altri, raccontare quello che incontro, che leggo, su cui rifletto.

Ciò che resta privato sono i miei personalissimi brief all’inizio di ogni lavoro, grande o piccolo, in cui scrivo e ricordo a me stessa obiettivi, attenzioni, difficoltà. A volte è solo un post-it, a volte una grande mappa disegnata appesa alla parete a vegliare su di me. Appunti per me, ma anche un aiuto provvidenziale quando devo spiegare e argomentare le mie scelte a un cliente.

Questo vale per me che scrivo, ma anche per un designer, un consulente, qualsiasi professionista.
La seconda parte del libro è dedicata ai tanti tipi di testo che un designer, un illustratore, un artista, si trova oggi a dover scrivere (quanti, è stata un’interessante scoperta anche per me): lettere di presentazione, curricula, biografie, comunicati stampa, recensioni di mostre, portfolio, design statement, blog, richieste di finanziamento, proposte, progetti, brief, saggi, ricerche, interviste. Ognuno con consigli concreti, esempi, tabelle Good and Bad, più naturalmente tantissimi link incorporati.

Sono riemersa dal viaggio tra immagini e parole con la conferma che oggi “alfabetizzazione” è qualcosa di diverso e molto più ricco del tradizionale saper leggere e scrivere.

 

0 risposte a “Vedo, dunque scrivo”

  1. Ciao sono Valentina e devo ammettere che stò leggendo da un pò i tuoi post, ho anche preso il tuo libro, mi è stato di enorme aiuto essendo io una web designer, ma come noterai non so scrivere. Questo mi sembra un buon libro, adesso mi leggo per bene l’assaggio…. ma visto che leggi così tanto, per i web designer, qualcosa di utile in italiano non l’hai trovato?

  2. Sempre in inglese purtroppo 🙁
    Non sono un designer, ma un semplice curioso della materia, piacerebbe anche a me trovare risorse simili in italiano.

  3. infatti Luisa, proponi di tradurre questo libro e aggiungi la tua esperienza, AIGA pubblica sempre dei libri bellissimi

    un caro saluto
    anto… che pur essendo un art non ha ancora fatto amicizia con le parole

  4. bellissima segnalazione, libri come questo fanno venire un sacco di idee.
    grazie, come sempre.
    silvia tebaldi

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