è vero che il primo essenziale passo di un lavoro di editing è cominciare a tagliare, o meglio a disboscare, per poi andare gentilmente verso il taglio e la potatura.
Sarà che di questo lavori negli ultimi tempi ne ho fatti tanti, ma certe volte mi domando se la mia furia distruttiva non sia eccessiva.
In questa tornata me la sono presa soprattutto con le decine di ricorrenti e inutili “eventuale”, “ulteriore” (spesso i due viaggiano accoppiati) e “relativo a” nel senso di “che riguarda” (praticamente sempre sostituibile dalla preposizione “su” o dal pronome possessivo).
Eccessi o no, stamattina ho deciso di mettere l’intera triade definitivamente nella mia black list.
insieme a “relativo a”, vogliamo parlare di “concernente”? 😉
ciao, buon lavoro
Marina
Scusami, faccio anch’io il mio sfoghino personale, non resisto: io detesto con tutte le mie forze l’espressione “e quant’altro” e il verbo “declinare” usato fuori dai testi di grammatica.
Poi, quando si parla di queste cose mi viene sempre in mente Nanni Moretti nella famosa scena di Palombella Rossa… ;))
Io non sopporto gli avverbi che finiscono in mente, poi maledettamente e dannatamente li battono tutti.
stamattina ho deciso di mettere l’intera triade definitivamente nella mia black list.
definitivamente? intera?
Perché, a questo punto, non “stamattina ho deciso di mettere la triade nella mia black list.”?
Della serie: hai perfettamente ragione a disboscare, ma un briciolo di ridondanza o di enfasi non guasta 🙂
In effetti bisogna essere brevi e concisi. Arrivare al dunque senza giri iperbolici… Questa sembra la soluzione per farsi leggere senza noia!
Grazie, ti seguo dal lontano agosto 2005.
Con stima,
Ausilia
Vedo che non sono la sola a usare la “motofalciatrice turbo 3600” sugli aggettivi e sugli avverbi. In più nella mia blacklist ho inserito “quasi a” e “quasi che”. Ma ho ancora tanto spazio!