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risali negli anni

24 Gennaio 2009

Obamania

Ieri non c’era nemmeno un post, dico uno, tra i siti e blog di comunicazione e scrittura del mio aggregatore, che non fosse dedicato al discorso inaugurale della presidenza di Obama. Talmente tanti che ne ero sopraffatta e ho rinunciato per il momento a leggerli tutti. Mi sono limitata ad aprire in del.icio.us la cartella Obama. Abbiamo ben quattro anni davanti.

Ho capito solo che il discorso non è stato apprezzato dagli esperti quanto i suoi precedenti.
Oggi, sul New York Times, un articolo prova a spiegare perché: questa volta il discorso non era un emozionante crescendo ipotattico, ma una meditazione paratattica, meno trascinante da ascoltare, più godibile da leggere:

Obama doesn’t deposit us at a location he has in mind from the beginning; he carries us from meditative bead to meditative bead, and invites us to contemplate.

Oddìo, non staremo esagerando?
Poesia più che prosa, insomma. E del resto, nel furore della campagna per la nomination, una Hillary alle strette se la prese proprio con il ventisettente speechwriter di Obama, Jon Favreau, e lo accusò di scrivere solo belle poesie, aggiungendo “Con le poesie, si sa, non si governa.”

Ma la pagina più bella l’ho scoperta grazie al Taccuino di traduzione di Beba Manno: i discorsi inaugurali di tutti i presidenti degli USA, con il link al testo integrale, il profilo del presidente, le parole più ricorrenti. Basta spostare il cursore di faccia in faccia, da Washington a Obama.

 

0 risposte a “Obamania”

  1. Se leggo bene, lo speechwriter di Obama è nato nel 1981.
    E’ sconcertante sapere che solo in altri Paesi, e non nel nostro, si possa essere già così “over-the-top” a soli 28 anni.
    Come giustamente sottolineato da Luisa per i contenuti multemidiali dei siti del Prado o del Moma, questo in Italia si chiama ancora “Fantascienza”.

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