Sono alcuni anni ormai che non uso più palmari e agende elettroniche. Dopo i primi tecnoentusiasmi sono tornata alla carta.
Quando nei miei ultimi mesi in azienda vinsi un fantastico palmare in un concorso interno di idee, lo cedetti a un amico che mi ricambiò con una bella agenda di carta. Da allora, è tradizione che mi regali l’agenda a fine anno. In genere è sempre diversa: ho avuto la Moleskine, un’agendina etnica piena di ricette… quest’anno l’ho sollecitata perché gli impegni per il nuovo anno chiedevano a gran voce di essere incasellati, e mi è arrivata un’agenda Paperblanks, di un’eleganza e comodità strepitosa.
Dentro è come le agende di una volta, senza fronzoli, con tutte le possibili combinazioni di calendari: annuale, settimanale, giorno per giorno, e ogni giorno ha a piè di pagina un mini intero mese, così vedi a che punto sei; ben due segnalibri di seta di colori diversi, il calendario 2010, la rubrica sfilabile e pure la taschina a soffietto, una calamita che la chiude come un piccolo scrigno.
Fuori sembra di seta, con sobri sbrilluccichini.
Sul sito di Paperblanks e da Feltrinelli ho visto e sfogliato le collezioni intere e sono da svenimento per quanto sono belle.
D’altra parte, la carta impazza.
Scritture a mano, schizzi, appunti e disegni pure, per fortuna.
Non mi perdo nemmeno per un giorno le novità di Notebookism e ho un intero raccoglitore di Ikea pieno di blocchi, blocchetti e taccuini.
I più belli, tanto che non ho ancora osato scriverci sopra, li ha realizzati un ente pubblico italiano nel quale quest’anno ho fatto una lunga e felice esperienza di formazione, l’Inail.
Quattro taccuini di diversi colori e formati: Scripta, blu a righe; Signa,color sabbia in formato orizzontale come un album per schizzi e mappe; Numeralia, verde a quadretti; Miscellanea, rosso con fogli bianchi. “Ma che carta vogliamo per non perderci un progetto, un’idea, un’intuizione, una qualunque elaborazione emotiva e razionale?” scrive sul primo foglio il direttore della comunicazione Marco Stancati.
I bit non bastano alla creatività e alle emozioni, all’attimo fuggente e al bisogno di guardare e toccare per non dimenticare.
Ma dobbiamo alla rete se oggi riusciamo a sfogliare tanti taccuini, a leggere e guardare storie e mondi personali, città vicine o lontanissime, disegnati e annotati da artisti, architetti, fotografi, poeti o normalissime persone come noi.
Negli ultimi tre anni io ho visto Napoli soprattutto attraverso i taccuini di Simonetta Capecchi. Ci sono anche stata, due o tre volte, ma ci vado regolarmente cliccando sul blog In viaggio col taccuino sul mio blogroll. I cumuli di spazzatura, lo zoo, i panorami, Castel dell’Ovo li ho visti col tratto delicato di Simonetta.
E ho colto tanti altri sguardi e conosciuto altri artisti, perché da tre anni Simonetta cura la mostra di taccuini su Napoli a Galassia Gutenberg. Ora una selezione dei taccuini di trenta artisti è diventata un libro: Sguardi su Napoli. Giro della città in 30 taccuini di viaggio, pubblicato da Liguori. Un album orizzontale, come un taccuino aperto. Potete cominciare a sfogliarlo su In viaggio col taccuino.
È il primo libro collettivo di taccuini italiano, un genere già affermato negli Stati Uniti e in altri paesi.
Simonetta ha curato anche un’agenda 2009 su Napoli, anzi l’Agendo Napul’è: ogni mese è introdotto da uno scritto e da una doppia pagina illustrata, tratta dai taccuini Moleskine su Napoli creati per la mostra di Galassia Gutenberg. Hanno contribuito ventiquattro scrittori, poeti, cantanti, giornalisti e disegnatori che raccontano Napoli, tra i quali Erri De Luca, Peppe Lanzetta, Roberto Saviano, Daniele Sepe, Michele Serra, Gian Antonio Stella.
Un taccuino quotidiano niente male è pure caffè a colazione (scorrendo a ritroso si vede proprio il bloc notes con tanto di spirale).
Un taccuino quotidiano niente male è pure caffè a colazione (scorrendo a ritroso si vede proprio il bloc notes con tanto di spirale).
Anch’io amo la carta. Insostituibile, immediata, tua. La mia agenda è una parte di me che mi vive accanto e che spesso mi aiuta e mi fa compagnia.
Le agende Paperblanks sono strepitose! Anche io rimango legata alla carta: la ritengo un’estensione del mio cervello. Per questo cellulari, pc e netbook non hanno ancora messo in pensione la mia adoratissima Filofax turchese.
Un abbraccio, Elena
Se il taccuino ha una calamita e lo tieni nella borsa, ricorda di proteggere il bancomat! Il mio si è smagnetizzato proprio per l’agenda Paperblanks…
Un saluto, G
io ho provato a chiedere direttamente all’inail i taccuini… ma non ho ricevuto risposta alcuna, peccato!
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