Man mano che procedo con la lettura/studio di Better business writing on the web di Rachel McAlpine metto meglio a fuoco una serie di cose di cui sono sempre più convinta. E soprattutto:
- Non esiste, o forse non esiste più, la scrittura online o web writing. Mi riferisco ovviamente alla sola scrittura professionale e in particolare ai siti di informazione e servizio di aziende e amministrazioni.
Se il web è ormai il principale canale di pubblicazione e distribuzione di tanti tipi di documenti – pensiamo solo alle intranet –, allora dobbiamo rendere più chiaro e leggibile (che non significa breve-breve!) tutto, non solo i testi sulle pagine html: bilanci aziendali, brochure, case study, ebook, presentazioni, progetti, offerte… - Le buone regole della chiarezza e della leggibilità servono soprattutto per scrivere e migliorare quei lunghi e complessi documenti interni che pensiamo siano un mondo a parte, dove ci si deve rassegnare, perché lì non c’è niente da fare. Invece la formattazione, l’abstract ben fatto, i titoli precisi e informativi, il plain language, le caption laterali di testo e i box a fine sezione che riassumono i contenuti più importanti fanno miracoli soprattutto lì.
È vero che i documenti lunghi e complessi offrono meno margini di intervento rispetto a una colorata home page, ma quando ce la fai il gusto è decisamente maggiore.