Appena un paio di post fa raccontavo del mio imbarazzo quando mi chiedono della mia professione e della differenza tra scrittura creativa e scrittura funzionale o professionale.
E stamattina trovo tra gli aggiornamenti di Nuovo e Utile un articolo in cui Annamaria Testa si occupa proprio di questo tema: A proposito di scrittura creativa.
In sole sei pagine riesce a demolire luoghi comuni duri a morire e a offrirci non so quanti spunti ed esempi su cui riflettere.
Quindi d’ora in poi, invece di esprimere le mie farfugliose argomentazioni in materia, spedirò direttamente a questo testo, lo citerò, lo metterò nelle mie webliografie e lo raccomanderò a tutti gli editor e scrittori professionali. Gli aspiranti e gli stagionati. I loro docenti e pure i loro capi.
Solo un assaggio:
Se davvero si riuscisse a far capire già a scuola la meraviglia connessa con il gesto creativo di scrivere e di parlare, e se si riuscisse a spiegare che di fronte alla parola scritta o parlata possiamo, qualsiasi sia l’argomento, fare delle scelte, e attraverso queste esprimere noi stessi e un frammento di visione del mondo, forse sarebbe più facile insegnare a scrivere e a parlare bene. Spiegare che le regole sono strumenti per essere creativi e non gabbie che impediscono di esprimersi. Dire che saper impiegare le parole significa saper usare il pensiero, e che scegliere le parole piegandole creativamente vuol dire saper articolare un pensiero che serve, che non è ovvio, che accende la mente, che si anima di implicazioni inaspettate, che sa andare oltre, che sa raccontarsi, che sa motivare, che genera cambiamento.
Sì, un gran bel testo.
A.
Veramente spettacolare.
Mi sale alla mente una illuminazione : per fortuna esiste ancora chi crede nel comunicare.
Parole ,gestualità,scrivere…
E’ qualche cosa di meraviglioso tutto ciò.
Sono certo che la scuola sia già un luogo ove l’apertura mentale sia presente ,e sono anche certo che ,per i ragazzi non ci sia di meglio ,dal punto di vista delle scelte.
C’è da dire che la gioventù,viene sempre più corrotta dalle abitudini quotidiane di massa e penso ci sia sempre meno tempo per far capire ai giovani -come me -l’importanza del comunicare.
Grazie Annamaria !
un salutone…
alberto