Per migliorare la leggibilità di un testo, non aumentate il corpo del carattere, ma provate ad aumentare lo spazio bianco nel e intorno al testo.
Che i muri fitti fitti di parole scoraggiano anche il lettore più motivato e volenteroso, intuitivamente lo abbiamo sempre saputo, ma ora lo prova anche una ricerca della New York University (la segnala la business writer neozelandese Rachel McAlpine).
In generale tutti gli oggetti, lettere comprese, possono essere riconosciuti se sono separati da abbastanza spazio, il cosiddetto “spazio critico”. Più è lo spazio, migliore la leggibilità.
Una indicazione utile per tutti i glance media (dove lo sguardo viene ancor prima della lettura del testo: packaging, affissioni, copertine di libri e delle riviste, slide), come li chiama l’autrice di Slide:ology.
è per questo che hanno inventato i grafici: per sistemare testi e immagini in maniera efficace (secondo lo scopo che mica è sempre quello di farsi leggere). son tutte cose che s’imparano (come scrivere bene) e non s’improvvisano (e non tutti abbiamo lo stesso talento).
un equilibrato rapporto fra corpo giustezza e interlinea (in rapporto agli obbiettivi espressivi) è il minimo.
domanda: non troveresti sciocco o (troppo) lapalissiano se qualcuno dicesse che la giusta lunghezza della frase, l’accurata scelta di parole e verbi, il ritmo (ecc.) rende le cose più leggibili?
personalmente inorridisco spesso vedendo certe presentazioni con slide illeggibili e confuse o noisose. eppure gli autori ne vanno così fieri, con i loro caratteri strampalati e i colorini a cavolo…
ovviamente non può esistere la regola “più è lo spazio, migliora la leggibilità”. è sbagliato: lo spazio dev’essere il giusto in rapporto al contesto (e, lo ripeto, alle finalità espressive).
non vorrei mancare di rispetto a nessuno, ma è come se uno facesse una ricerca e dicesse: l’acqua calda è meglio per la doccia! se fai lavare i bambini con l’acqua calda si lavano di più e meglio.
io penso: cazzarola che genio! come mai non ci avevo pensato prima?
Siamo in epoca di istituti tecnici gli studi classici e gentili non appartengono più a questo mondo
Articles like this really grease the shafts of knolgedwe.
Ciao Luisa, riguardo alla scrittura sul blog ho fatto fare delle prove di lettura sul mio e pare he il carattere meglio leggibile è il calisto MT 12…certo è che ognuno utilizza quello che meglio crede. Saluti virtuali Antonello
Chiedo scusa per l’intervento.
Forse la ricerca americana ha per l’ennesima volta scoperto l’acqua calda, come diceve qualcuno.
Cosa dice questa ricerca? Che dal punto di vista meramente fisico (dal punto di vista meramente fisico) oggetti troppo raggruppati perdono la propria identità (sia che si tratti di lettere che di altre cose). Questo penso che l’avessero scoperto molto tempo fa quando hanno inventato i font sans-serif (arial) da utilizzare al posto dei font con grazia (times new roman) negli strumenti elettronici, proprio in virtù del fatto che non tolgono spazio tra le lettere. E questo lo sapevamo.
Sapevamo anche che intorno ai cinquanta, non ci sono santi: devi allontanare il foglio per mettere a fuoco oppure inforcare gli occhiali, che oltre a rendere più nitido l’oggetto, permettono anche di ingrandirlo. Ma forse la maggioranza di chi scrive in internet è ancora troppo giovane per prendersi cura di queste minuzie da vecchietti.
La mia ricetta?
Un po’ di sana tecnica di scirttura, quando nelle redazioni non c’erano le barre di scorrimento. Assegnarsi uno stile, assegnarsi una pagina all’interno della quale (senza l’aiuto delle barre di scorrimento) inserire un testo che sia completamente leggibile.
Thanks for cobntinuritg. It’s helped me understand the issues.
Lo spazio bianco è uno degli ingredienti segreti in qualsiasi forma di comunicazione visiva: “segreto” perché non tutti lo sanno o se ne rendono conto. Nel graphic design il “negative space” (o spazio bianco) è fondamentale per creare messaggi visivi in grado di catturare l’attenzione dell’osservatore: a tal proposito Munari suggeriva il modello della bandiera giapponese come esempio di comunicazione efficace.
A presto, Elena
n o t a z i o n e g i u s t a e a s s a i u t i l e !!
[…] Lo spazio critico e l’uso dei font […]