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risali negli anni

16 Settembre 2008

Spiacevoli sensazioni

Ore 10.30
Leggo sul sito di Repubblica i risultati del nuovo sondaggio IPR Marketing: la popolarità di Berlusconi sale al 60%, schizzano verso l’alto anche Maroni, Carfagna e Gelmini.
Ore 13.00
Sono in motorino e mi fermo a leggere i manifesti del PD ancora umidi di colla: Salva la scuola. Salva l’Italia.

Io non appartengo a quel 60% entusiasta del premier, ma così – ferma in mezzo alla strada, con su ancora il casco – quel tono drammatico, da cassandra, da portasfiga, così in distonia rispetto al sentire comune, sui manifesti del PD mi è sembrata una cosa da masochisti, l’altra metà del suicidio.
E così, di pancia, mi ha fatto rabbia.

Io non capisco evidentemente nulla di comunicazione politica, ma possibile che tra le parole tranquilli-cipensoio e le parole-oddìo-sullorlodelbaratro non ci siano più altre parole?

 

0 risposte a “Spiacevoli sensazioni”

  1. E’ una divaricazione barbara tra due visioni… quella di chi governa e chi sta all’opposizione. L’unico obiettivo è gettar fango sull’altro e impugnare la propaganda è visto come l’unico strumento di lotta.

    Invece che cercare di risolvere i problemi insieme, dx e sx danno origine ad un impoverimento drammatico della comunicazione politica e dell’immaginario collettivo.

    Se poi lo condisci con certe notizie (pestaggi, morti assurde, discriminazioni di ogni genere) il panorama sociale italiano ne esce a pezzi.

  2. Anche io stamane ho provato rabbia quando una signora ricoverata in hospice mi ha detto “Tutto è andato a posto con Berlusconi ma dovrebbe anche fare in modo che quelli dell’ufficio invalidità rispondano al telefono”. E’ questo l’alto consenso? Poveri noi!
    marinella

  3. Luisa, bisogna saper accettare come un dato di fatto le abilità Berlusconi.
    Anch’io sono del PD, ma se vogliamo essere obiettivi Berlusconi è una persona che dimostra di saper raggiungere i propri obiettivi.
    Forse quello che irrita è che è più bravo a “comunicare” di chi ha più cultura.
    Se tu ti metti in politica troveresti le “parole” per battere Berlusconi?

  4. Sono molto d’accordo con l’ultimo commento. Ora che ci penso, credo che il mio stato d’animo “rabbioso” sia maturato ieri sera quando ho visto Berlusconi da Bruno Vespa. Non ne condividevo neanche una parola, ma non potevo fare a meno di ammirarne la capacità di comunicare, di sapersi rapportare con chiunque, senza tirare in ballo Obama e George Clooney. Dopo cinque minuti ho spento.
    No, non credo proprio che saprei trovare le parole per battere Berlusconi, e infatti mi tengo la mia rabbia 😉 però continua a sembrarmi impossibile che tra tutti gli intellettuali che gravitano intorno al PD, nessuno riesca a trovare una buona chiave, una chiave priva di quello snobismo che rende la sinistra così antipatica, sì antipatica… come ha spiegato magistralmente Luca Ricolfi in un suo libro di un paio di anni fa e di cui ho già scritto in questo blog (http://mestierediscrivere.splinder.com/1130682148#6152994).
    Non abbiamo imparato la lezione, evidentemente, e purtroppo comincio a essere piuttosto pessimista circa la capacità di apprendimento. E mi dispiace.

    Luisa

  5. Cara Luisa, forse chi vive nella sinistra non lo percepisce, ma la sinistra – perlomeno il suo “cervello”, la sua testa – viene percepita come antipatica, snob, supponente…insomma, non ispira fiducia.
    La sinistra, però, lo sa. Non deve impararlo. Lo accetta. E infatti, ad esempio – e tu l’hai più volte annotato nel tuo blog – i manifesti del PD sono sempre oscuri, cerebrali, supponenti, astratti…insomma, non “simpatici” 😉
    Dario

  6. La politica non è simpatia, ma spirito di servizio.
    Il governo di un paese non può basarsi su annunci e rassicurazioni.
    La persona alla guida di un paese deve essere affidabile e autorevole, di esempio.
    In democrazia, la maggioranza porta al governo i propri rappresentanti.
    Senza rigore non c’è efficacia nel controllo e senza controllo, la moneta cattiva scaccia quella buona.
    Senza rispetto delle regole e in mancanza della loro applicazione, coloro che dispongono di mezzi per illudere le masse sono in grado di condizionarne i comportamenti.
    In altre parole, citando Platone:
    “quando un popolo divorato dalla sete di libertà si trova ad aver coppieri che gliene versano quanta ne vuole, fino ad ubriacarlo, accade che i governanti pronti ad esaudir le richieste dei sempre più esigenti sudditi vengano chiamati despoti. Accade che chi si dimostra disciplinato venga dipinto come un uomo senza carattere, un servo. Accade che il padre impaurito finisca col trattare i figli come i suoi pari e non è più rispettato, che il maestro non osi rimprovarare gli scolari e che questi si faccian beffe di lui, che i giovani pretendano gli stessi diritti dei vecchi e per non sembrar troppo severi i vecchi li accontentino. In tale clima di libertà, e in nome della medesima, non v’è più rispetto e riguardo per nessuno. E in mezzo a tanta licenza nasce, si sviluppa, una mala pianta: la tirannia”.

  7. Come afferma Peter Gomez in un recene articolo “[…] È difficile dare torto agli elettori. Le opinioni si formano sulla base di quello che le persone sanno.” E’ indiscutibile che Berlusconi sia maestro nell’arte della comunicazione, ma ciò non toglie che buona parte del suo consenso deriva da un’intenzionale occultamento di certi aspetti.
    Il PD difetta di forza, creatività e coraggio, ed a poco vale l’arma del tanto sollecitato “dialogo”, quando in realtà è il “dialogo” con i propri elettori che manca.

    @5 Utente Anonimo
    “…se vogliamo essere obiettivi Berlusconi è una persona che dimostra di saper raggiungere i propri obiettivi”. La sua “dimostrazione” consiste esclusivamente nelle parole da lui dette. Evidenziare i propri risultati (anche se minimi o comunque discutibili) è una tecnica di persuasione da manuale. Secondo Aronson e Pratkanis, che fanno riferimento a Dilenschneider, è fondamentale“[…] stabilire obiettivi iniziali facili e poi dichiarare vittoria (ciò permette di essere visti come un leader forte)”.
    Elena

  8. Che ne dite di introdurre nella comunicazione politica anche un po’ di sano buon senso? Quello che a me fa rabbia è che in quei manifesti ti chiedano di salvare la scuola, salvare l’Italia… con una firma!
    Ma stiamo scherzando?!
    Direi che sarebbe indispensabile impegnarsi in ben più concrete azioni politiche – a cominciare dal voto.
    Qui il catastrofismo dell’espressione è coniugato con una… catastrofica perdita di senso comune.

    In tutto questo, la cosa più preoccupante è che (come i comunicatori sanno bene) forme e contenuti, pensiero e linguaggio, non sono scollegati.
    E il timore è che a sinistra tanta confusione e impercezione del destinatario sul piano comunicativo, corrisponda ad altrettanta mancanza di comprensione della realtà.

    Marina

  9. Gentile Luisa,
    ti seguo da sempre e, orrore, ho anche da sempre votato per Berlusconi. Capisco però le tue sensazioni, capisco anche che Berlusconi possa essere antipatico e che forse non è uno stinco di santo, però, lo riconoscono anche altri post letti, è concreto ed agisce. La sinistra invece critica, critica, fa la morale, ma non propone mai una soluzione concreta che faccia i conti con la realtà. Altro fatto grave: gli uomini di cultura della sinistra, scrittori, comici, giornalisti sono tetri, apocalittici ( si pensi ad un Dario Fò ad un Eugenio Scalfari a un Giorgio Bocca, ma anche ad una Guzzanti e ad un Michele Serra) e poco comprensibili e vicini alla gente comune. Se mi si consente (cavolo il Berlusca mi ha proprio plagiato) una domanda io la vedo così: in questo clima difficile ( borse che crollano, clima che cambia, restringimento degli stipendi, Dio che non si fa più sentire da un pezzo, stranieri che assaltano le coste) a chi vi affidereste ad un Leopardi (la sinistra), intelligentissimo, coltissimo, dall’ironia raffinata, ma che però vi ricorda ogni tre minuti che la natura è matrigna e che tutto è allo sfascio. Oppure preferireste passare i prossimi difficili 5 anni con un imprenditore di successo, donnaiolo, a volte rozzo, con un bel conflitto di interessi, ma anche inguaribile ottimista, decisionista e con le amicizie giuste tra molti leader che davvero contano a livello internazionale? Il 60% degli italiani sembra non avere dubbi.
    Un saluto e complimenti per il post che ha suscitato una discussione molto interessante.
    Antonio

  10. Gran bel dibattito! Brava Luisa!
    Entrando nel merito, la sinistra continua a deludere le aspettative. Il libro di Ricolfi la descrive perfettamente: snob, più perde e più si sente superiore. Non è sempre stato così, ma così è oggi. Allearsi con Di Pietro poi sta dando frutti avvelenati. Il riformismo di Veltroni sembrava vero in campagna elettorale, e l’ho votato, dopo anni di distacco. La scuola va salvata dopo decenni di malgoverno di cui la sinistra è totalmente corresponsabile e le iniziative della Gelmini mi sembrano largamente condivisibili: il ripristino del voto in condotta, il grembiule (che non ci conduce ai balilla e alle piccole italiane, ma al decoro e a una maggiore eguaglianza) e anche il maestro unico, che venne sostituito dal cosiddetto modulo solo per fini occupazionali. I soldi della scuola si possono spendere molto meglio: per i ragazzi, non al 97% per gli stipendi del personale. Quando potremo tornare a sperare? E’ naturale che in questo scenario Berlusconi, col suo ottimismo trovi molti consensi. Stravince a mani basse.

  11. Gentile Signora Luisa Carrada,
    il centro sinistra, con il PD, che pure andava fatto, ma in altro momento, ha fatto, all’inizio di quest’anno, un autogol pazzesco, occupandosi di questioni bizantine e perdendo governo e Comune di Roma, mentre un nemico tremendo (e lombardo) era alle porte.

    Il fatto che il PD utilizzi ora slogan inefficaci è sintomatico della gravità della situazione, del trauma.

    Ora, chiunque abbia un minimo di dignità e cultura, sia di destra che di sinistra, non credo possa accettare dentro di sé questa situazione, dove uno dei cento uomini più ricchi del pianeta, che ha cioè interessi economici ovunque, avendo in mano il governo del nostro Stato, è in condizione di essere allo stesso tempo controllore e controllato, in tutti i campi, come ad esempio per i finanziamenti o per la giustizia, avvalendosi per giunta dei più bravi comunicatori che esistano a livello nazionale e del Parlamento che legifera ad personam.

    Questo va contro i principi del diritto e ci fa ridere dietro da chi di “pesi e contrappesi” di una democrazia se ne intende, come i cittadini di mezza Europa.

    E molti hanno creduto di andare a votare liberamente, mentre io penso che chi abbia imparato a vendere qualsiasi cosa con le sue tv, sa bene anche come persuadere un elettore.

    Io, certe volte, preferirei vivere soltanto fra connazionali più consapevoli e non tra gente spesso troppo sciatta e superficiale.

    E la cosa grave è che certi esponenti della sinistra hanno pubblicato per le sue case editrici, forse credendo di essere amici e colleghi di quello che è un gigante.

    Scusi lo sfogo e il disturbo.

    Baci

    J. (scusi se non mi firmo ma ho paura della polizia segreta)

  12. Ciao Luisa,
    buon punto. Su La Repubblica di oggi (19.09) un bell’articolo di Alexander Stille parla di analoghi mali di pancia americani.
    Il tema, giusto per cominciare con un bel luogo comune, è complesso.

    Ma tu tiri in ballo un elemento di base tanto rilevante quanto semplice:
    “perché sempre toni apocalittici e disperanti?”
    Stille ne tira in ballo un altro egualmente semplice e rilevante, che vale, secondo me, sia per i democratici Usa che per gli italiani:
    “perché quel tono di voce, quel linguaggio, quei modi di parlare che oscillano sempre tra supponenza (io sì che ho capito tutto) e condiscendenza (mo’ ti spiego)?”
    Vorrei aggiungere un terzo tema:
    “perché l’automatismo di risposte ideologiche che vanno sempre a cercare il Giusto e lo Sbagliato, prima ancora di interrogarsi su che cosa ha senso e che cosa non ne ha? E che rischiano di risultare- penso ad alcune recenti posizioni sulla scuola o su Alitalia- , in quanto stereotipate, sempre un po’ fuori fuoco, fuori luogo, fuori tempo, fuori tono?”

    Credo che tendenza apocalittica, supponenza e automatismo siano tre possibili punti nel perimetro dell’inadeguatezza della comunicazione della sinistra oggi. Speriamo che qualcuno se ne accorga, prima o poi.

    E no: non è vero che l’unico modo per essere semplici sia quello berlusconiano, e non è vero che Berlusconi sia il Mago della comunicazione. I suoi punti di forza come comunicatore li ha ben raccontati il simpatico Antonio (dimenticandosi di aggiungere il possesso delle reti televisive, e la possibilità economica di comprarsi… beh, praticamente tutto quanto sia in vendita).
    Negli anni ’80 il PCI ha avuto eccellenti momenti di comunicazione sui mass media, e in particolare alcune affissioni straordinarie. Forse bisognerebbe frugare negli archivi. Ammesso che esistano ancora.

    Un caro saluto

    Annamaria Testa

  13. Alla fine di questa convulsa e arruffata settimana, ho riletto i vostri commenti.
    Grazie a tutti per aver in parte lenito i miei emotivi mal di pancia con lucidità, ironia e suggerimenti utili.
    Chissà se è praticabile l’ultimo spunto di Annamaria – dare un’occhiata non nostalgica agli archivi della comunicazione della sinistra – e se negli immensi archivi elettronici che oggi abbiamo a disposizione non si nascondono da qualche parte anche quelle affissioni straordinarie.
    Chi scova qualcosa, lo faccia sapere.
    Un caro saluto a tutti.

    Luisa

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