Sto studiando Slide:ology, il libro di Nancy Duarte sulle presentazioni, e sperimentando direttamente la forza della comunicazione visiva.
Lo spartiacque tra un documento e una slide, scrive l’autrice, è il numero di parole: se ce ne sono più di 75 è un documento e il contenuto va scritto e diffuso in un comodissimo formato A4 (o si ascolta o si legge, non c’è la via di mezzo); se ce ne sono 50, la slide è una scaletta-reminder per l’oratore; se ce ne sono meno di 50, ci sono buone probabilità che il pubblico sia conquistato dall’equilibrio tra parole e immagini e dall’emozione che ne scaturisce.
Che su una slide non si possa mettere tutto quello che vogliamo dire sembra un’ovvietà, eppure sempre più spesso si mettono a punto presentazioni “da lasciare” o inviare a qualcuno che se le dovrebbe poi leggere per conto suo. Che funzioni meglio un bel documento A4 impaginato, anche questa sembra un’ovvietà.
Ma vedere la parola presentazione campeggiare da sola sul fondo colorato di una pagina di Slide:ology ha avuto un effetto illuminante.
Dentro la parola presentazione c’è la presenza, l’esserci, il qui e ora.
Se queste cose non ci sono, se la persona non c’è, non può esserci nemmeno la presentazione. Punto.
non sono del tutto d’accordo.
ne parlavo proprio oggi con un collega: negli stati uniti c’è una concezione di presentazione (nel senso di keynote, evento) che da noi non esiste, e difficilmente esisterà.
un modello di presentazione, come quello presentato in slide:ology, va ‘localizzato’ per la realtà del nostro paese. è difficile, ma il punto di arrivo, secondo noi, dovrebbe essere delinare i principi – corretti – del filone statunitense con le modalità di presentazione che si utilizzano in italia oggi (condivisione della presentazione via mail, riunioni di cinque persone intorno a un tavolo che durano delle ore, etc).
vorremmo trovare una concezione delle slide che coniughi l’efficacia made in usa con le (spesso tremende) abitudini italiane… almeno fino a quando non riusciremo a modificare anche quelle =)
elena
bitchings.net
In Italia si continuano a vedere presentazioni proiettate con più di 75 parole per pagina. Anche al convegno Women&Techology di questa settimana questo era comune. Io penso che molti presentatore non si rendono conto del “difetto” perchè è la norma.
Nancy Duarte ha scritto un grande libro con tantissimi consigli utili.
Alessandra
le slide fatte da chi non posssiede l’argomento sono dei copiati di pagine A4 … solo se si consente al possessore del sapere la presentazione la slide potrà contenere anche solo in disegno/diagramma e attirare l’attenzione dei presenti che saranno giudati nella lettura dei segni o PAROLE dal relatore
pina
[…] I loro libri sono tra i più studiati e gonfi di post-it. Di sottolineature no, perché soprattutto Slideology e Resonate sono troppo belli per scriverci su. Da loro ho imparato che su una slide devi mettere […]
[…] Marino, abbiamo scoperto che Slideology di Nancy Duarte si può ora scaricare gratuitamente. È un libro prezioso e bellissimo, che mi ha insegnato tanto su come realizzare buone slide e molto altro ancora. Quindi volentieri […]
C’è una domanda diffusa nelle aziende su come realizzare presentazioni efficaci. Le persone sono disposte a migliorare quegli spazi sempre zeppi di parole, grafici e immagini rabbercaiate e non trovo alcuna resistenza alle nuove proposte, anzi.
Non conosco il libro della Duarte e lo leggerò, mi aiuterà ad arricchire i suggerimenti che porterò nei miei incontri formativi. Grazie, Luisa, preziosa… sempre.
Anna Maria
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