Sul potere delle storie sono stati versati fiumi di inchiostro, soprattutto negli ultimi tempi. Meno scontato è che ora se ne occupi una delle più autorevoli riviste scientifiche del mondo. Sul numero di settembre 2008 di Scientific American, l’articolo The secrets of storytelling: Why we love a good yarn va più a fondo e spiega perché anche tanti scienziati si stiano occupando di storie e narrativa.
Studiare le storie che ci tramandiamo da millenni significa studiare il funzionamento della nostra mente e del nostro comportamento sociale, come indicano le numerose e soprattutto recenti ricerche citate nell’articolo.
Le storie sono i nostri “simulatori di volo” nella transvolata della vita, il modo più istintivo di affrontare la paura ed evitare brutte cadute. Non solo da piccoli, quando ascoltiamo le più tragiche e drammatiche fiabe, ma anche da grandi, nel nostro lavoro e nei rapporti con gli altri.
Nulla ha il potere persuasivo di una buona storia: il “trasporto narrativo” può farci cambiare idea e prospettiva, provare empatia e attingere coraggio, assumere un comportamento positivo, oppure desiderare e acquistare un prodotto.
Una ragione in più per abbandonare, almeno d’estate, i manuali di comunicazione e darsi senza remore a romanzi e racconti.
Ciao Luisa,
un saluto al tuo blog dal centro del Mediterraneo.
Dove fioriscono storie, naturalmente.
🙂
Giò
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