Lo so, in questo periodo vi sembrerò ossessionata da questioni di lana caprina, ma è proprio di questo che mi sto occupando. Fortuna che sono anche questioni che mi divertono: la mia natura più profonda è quella di editor pignola.
Quando esamino documenti aziendali molto lunghi e complessi, uno dei problemi che mi pongo sempre è quello dell’equilibrio tra standardizzazione (o simmetria o ripetizione) e varietà. Pochi ci prestano attenzione, perché si pensa che un documento aziendale sia monotono per natura e che non ci sia niente da fare.
In realtà, la varietà (qui non oso parlare di “sorpresa”) è importante proprio in questi documenti, quelli che nessuno ha voglia di leggere se non costretto. E proprio qui contano l’uso accorto di titoli e sottotitoli, font e stili del carattere appropriati, uso delle strutture parallele, varietà lessicale. Insomma tutte quelle cose che crediamo siano importanti soltanto nei testi più “creativi” e promozionali.
Nella documentazione aziendale servono altrettanto, forse di più, ma applicate col bilancino, a piccole dosi.
La monotonia lessicale è una delle principali imputate della sonnolenza che inducono i documenti aziendali dopo un paio di pagine: mettere in atto, definire, processo, sviluppo, supporto, avvio, implementazione, significativo, rilevante…
Una delle operazioni più delicate è capire quali parole “devono” essere sempre le stesse per non disorientare il lettore e su quali invece possiamo variare.
Oggi, dopo pagine e pagine di analisi e revisione, mi sono resa conto dell’onnipresenza dell’aggettivo “differente”, a scapito del classico “diverso”, che sembra definitivamente scomparso dalla scena.
Io ho una netta propensione per il secondo, forse perché “differente” mi è sempre sembrato molto romano, o forse è solo una mia fissa.
Fatto sta che mi sono presa lo Zingarelli per capire se e come i due aggettivi fossero effettivamente differenti/diversi.
Ed è proprio, come scrivevo all’inizio, una questione di lana caprina.
“Differente” riguarda le caratteristiche di una persona o di una cosa, soprattutto nel confronto con altre.
“Diverso” riguarda la diversità di vedute, direzione, orientamento, più in assoluto che nel confronto diretto.
Almeno io così interpreto le sottigliezze dello Zingarelli. Alla prossima variazione, la farò con più cognizione di causa.
Saranno anche questioni di lana caprina, ma differente e diverso sono… diversi!
😀
ah se ti domandi come mai oggi commento, ecco alla frase lana caprina la tessile che è in me, e che lavora quella cosa che si chiama Cachemire, si è sentita chiamata in causa 😀
non badarmi è un evidente caso di S.O.M.
Sindrome Ombelicus Mundi
😀
L’ennesima influenza dell’inglese?
🙂
Licia
hello can you please tell me if there is any way for me to pick a speicfic day to publish my programs. for example i want to prerecord and have my program air every thursday night, can that be done or is this something that will be added on in the future?
Io non uso praticamente mai la parola “differente”, nè nel linguaggio parlato e tanto meno in quello scritto. Al di là del significato, suona male: troppo sofisticata. Al contrario, “diverso” mi sembra più colloquiale. I testi aziendali, di per sè già noiosi, spesso tendono ad essere troppo pompati di parole ricercate (almeno quelli che, solitamente, capita di leggere a me). Anzichè tanti giri di parole, forse sarebbe meglio utilizzare un testo più semplice e leggero.
Ciao, Rossana
differente afferisce ad una “differentitudine” esterna, diverso ad una “differentitudine” interna:
due cose differenti sono differenti solo esternamente ma il loro interno nessuno lo conosce, due cose diverse invece lo sono radicalmente, dall’interno.
La parola fissa invece afferisce ad una “differentitudine” romana 😉
il tutto secondo me
Silvia
Forse ‘differente’ e ‘diverso’ sono su livelli connotativi leggermente disallineati: ‘differente’ mi dà di libretto d’istruzioni o di bugiardino (“Un utilizzo del medicinale differente da quello prescritto…”). ‘Diverso’ può aiutare ad costruire un tono meno freddo, meno descrittivo, quasi più umano (“Un uso del medicinale diverso da quello indicato”). Dipende forse dal contesto.
Diverso/differente, mamma/madre, casa/abitazione. E’ vero: le parole a volte dicono ‘quasi’ la stessa cosa. In realtà hanno in sé qualcosa di diverso (o di differente?).
…la mia razionalità (solo mia) mi suggerisce che “differente” si riferisce allo stesso insieme es userei differente se parlo di case mentre “diverso” se es: lavacanza èuna cosa diversa dal lavoro ….