“… l’ispirazione non è un privilegio esclusivo dei poeti o degli artisti in genere. C’è, c’è stato e sempre ci sarà un gruppo di individui visitati dall’ispirazione. Sono tutti quelli che coscientemente si scelgono un lavoro e lo svolgono con passione e fantasia. Ci sono medici siffatti, ci sono pedagoghi siffatti, ci sono giardinieri siffatti e ancora un centinaio di altre professioni. Il loro lavoro può costituire un’incessante avventura, se solo sanno scorgere in esso sfide sempre nuove. Malgrado le difficoltà e le sconfitte, la loro curiosità non viene meno. Da ogni nuovo problema risolto scaturisce per loro un profluvio di nuovi interrogativi. L’ispirazione, qualunque cosa sia, nasce da un’incessante “non so”.
Tutti i manuali di scrittura – creativa e professionale – amano ripetere che l’ispirazione in realtà non esiste. Per Wislawa Szymborska, invece, esiste eccome e soffia su tutti i mestieri. Basta non stancarsi di ripetere “non so”, due paroline piccole, ma alate, come le definisce la poetessa polacca nel discorso tenuto in occasione del conferimento del premio Nobel per la letteratura nel 1996.
L’ho appena letto in apertura della sua raccolta di poesie Vista con granello di sabbia.
Tutti i discorsi dei Nobel per la letteratura li trovate sul sito dei Nobel, compreso lo splendido La valigia di mio padre di Ohran Pamuk.
Cara Luisa,
mi fa piacere vedere che di tanto in tanto le nostre ispirazioni si incontrano 😉
http://www.magiadellascrittura.it/2008/04/il-beneficio-del-dubbio.html
un abbraccio
annalisa
Che soffi su tutti i mestieri, come tu affermi manipolando il testo originario, mi pare un tantinello romantica come affermazione.
Non per niente il testo originario enuncia, più verosimilmente, un centinaio di mestieri per quelli, fortunati, che si son potuti scelti un mestiere tra quelli che una determinata società, in un determinato momento storico, mette a disposizione. Come se i molti miliardi di persone che abitano questo pianeta avessero questa fortuna nel proprio orizzonte di vita (a maggior ragione nel bel paese da cui scrivi).
Generalizzare l’enunciato sarebbe non tener conto di fenomeni economici, sociali, politici. Insomma sarebbe non tener conto della Storia.
Entra in una libreria feltrinelli e prova a chiedere al commesso mobbizzato, costretto a ritmi di lavoro esasperati per mancanza di organico cronica dovuta a precise scelte del management ed il tutto per 900€ al mese che non bastano nemmeno a pagare un affitto, della sua aspirazione.
Tornando alla affermazione principale, occorrerebbe prima definire cosa si intende per ‘ispirazione’. E.A.Poe, ne La filosofia della composizione, fornisce una sua lettura che molto influenzò Baudelaire. Se poi andiamo un pò a ritroso, Kant, nella Terza Critica, poneva il problema in termini di formalizzazione dinamica e così via.
Insomma, se non ci si mette d’accordo su cosa stiamo analizzando mi sa che risulta difficile, se non rimanendo nel vago dell’idioletto in cui ognuno ha la sua verità privata, dire cose sensate.