Sul New York Times del 2 aprile scorso è stato pubblicato un articolo molto interessante sul lettering usato in tutta la comunicazione di Barack Obama: To the Letter Born. La sua campagna, secondo Brian Collins, art director intervistato dal quotidiano, è un capolavoro di attenzione e accuratezza visiva.
Proprio perché quella di Obama è la prima vera campagna transmediale – che corre sui cellulari, device mobili, siti web, email, social network, iPod, portatili, così come sui media più tradizionali – il suo staff di comunicatori ha puntato fortemente sul visual design come elemento unificante.
Il font è il Gotham, dalle qualità ossimoriche e per questo così popolare. Ha una semplicità squadrata e geometrica, eppure è caldo. Solido, ma amichevole. Moderno, ma familiare.
Un font, come il logo rosso e blu, scelto per disegnare un orizzonte che possa includere più persone possibili.
bello, ha quell’aria antica e americana
Mi spiace, ma trovo il tutto (logo, design, immagine ecc…) un po’ antiquato.
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Ciao Luisa ma che vuol dire che il font ha qualità ossimoriche??
Nell’antica politica internazionale, i pranzi funzionavano da pretesto per intaurare un rapporto amichevole e duraturo. Incontri fatti di confronti e messa appunto dei confini politici. Le ricette scelte rispettavano, solitamente, i piatti tipici e tradizionali della cultura e del popolo che si visitava. Come brave Cesarine, nel puro spirito home food, i cuochi italiani si apprestavano a deliziare i palati con vere e proprie chicche della nostra Penisola.
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