Marjane Satrapi lo aveva detto con decisione alla sua lezione di giornalismo, organizzata all’Auditorium da Internazionale.
“Io non disegno fumetti. Scrivo libri, fatti di immagini e parole.”
Poi ho ritrovato i fumetti come fonte preziosa per i comunicatori anche in Presentation Zen del post precedente.
Infine, scopro poco fa che il nuovo libro di Dan Pink, in uscita il 7 aprile, è un fumetto. Si intitola Johnny Bunko ed è un manuale per i giovani all’inizio della carriera.
Pink è uno sniffatore di tendenze eccezionale. Nel 2002 ha scritto Free Agent Nation, il manifesto dei freelance e delle imprese fatte da una sola persona.
Nel 2006, A Whole New Mind, dedicato alla creatività, un inno alla parte destra del cervello.
Ora torna al mondo del lavoro con il suo Johnny.
Sul neonato blog del libro (dove ci sono anche alcune pagine da scaricare), poche righe esemplari sul contenuto:
Allora, questo libro mi insegnerà a scrivere un grande curriculum?
Noo… per quello vai su Google e digita “come scrivere un grande currriculum”. Trovi tutto l’aiuto che ti serve.
Questo libro ti darà tutti i consigli strategici che non puoi trovare altrove, quelle toste e ispiratrici verità che tutti avremmo voluto conoscere quando abbiamo iniziato a lavorare. Immagina una specie di consulente per la carriera. Solo che un vero consulente ti costa 100 dollari l’ora. Questo libro, invece, costa quanto il biglietto del cinema.
Se Pink ha scritto un libro a fumetti, la tendenza è solo agli inizi.
Dopo i graphic novel, le graphic guide.
Interessante il segnale di utilizzo di strumenti tradizionalmente legati al divertimento (come il fumetto) per motivazioni professionali. Anche per me potrebbe essere una tendenza inarrestabile.
Mi permetto di ricordare il giornalismo a fumetti di Joe Sacco e la (nostrana) storia a fumetti di Enzo Biagi.
c’ero anche io! strano non esserci incontrate… avevo anche una bella domanda da fare ma non c’è stato il tempo! conti di andare a qualche altra lezione?
frank
Ormai la contaminazione di strumenti e generi è l’ingrediente principale dell’innovazione, non trovi?