Tra domenica e ieri sera sono andata e tornata da Roma a Milano in treno, cosa che mi ha permesso di leggere moltissimo. Una rivista e due libri e mezzo.
Uno dei due libri riguarda un tema che oggi interessa moltissimo chi scrive e comunica sul web: Architettura dell’informazione di Luca Rosati (Apogeo), cioè come organizzare le informazioni in modo che utenti e lettori possano trovarle con naturalezza e facilità. Il sottotitolo è Trovabilità: dagli oggetti quotidiani al Web.
Già mi piace la scelta lessicale. Trovabilità è chiaro, immediato, molto meglio degli onnipresenti reperibilità o reperimento.
Non è tanto un libro di indicazioni pratiche su come organizzare le informazioni in un sito web (anche se non mancano), piuttosto un libro di idee, che ci fanno vedere le cose di oggi e del futuro in maniera un po’ diversa.
Eccone qualcuna:
- superare il concetto di interfaccia, legata al singolo dispositivo o applicazione, per approdare a quello di interazione persona-informazione legata ai processi trasversali, e infine a un’unica architettura informativa
- questa architettura informativa non sarà basata solo sulla classificazione aristotelica, di tipo gerarchico, con un solo criterio, come le biblioteche tradizionali, ma la integrerà con una classificazione orizzontale, più analogica, apparentemente più incoerente, ma più in sintonia con i nostri bisogni reali di ricerca (non a caso la classificazione “a faccette”, che vede la stessa informazione o lo stesso oggetto in più luoghi diversi, è stata ideata negli anni trenta da un bibliotecario indiano, in una terra dalla cultura molto più “sincronica” della nostra)
- se da una parte viviamo il massimo dell’abbondanza informativa, dall’altra le nuove modalità di ricerca orizzontali – che tengono in considerazione le nostre personali predilezioni e interessi del momento (il modello Amazon) – restringono la gamma delle scelte e quindi ci aiutano a scegliere (insomma la “coda lunga” ci fa scegliere meglio nella nostra nicchia)
- ogni nostra personale interazione con le informazioni genera una piccola storia: riuscire a coglierle e a farne tesoro è una delle strade del nuovo information design
- l’organizzazione delle informazioni non è quindi una cattedrale del sapere statica e fissa, ma fornisce all’utente “stimoli continui, utili ad anticiparne le mosse o ad aiutarlo nei cambi di direzione”, un utente molto più simile al “raccoglitore di bacche” che al visitatore di una biblioteca: l’informazione deve avere quindi un suo particolare “profumo”, ammaliante e un po’ sorprendente, fatto anche di piccole indicazioni lungo la strada
- la nuova architettura dell’informazione può improntare anche la corporate identity di un’azienda, intesa non solo come identità visiva, ma come modello organizzativo delle informazioni che informa tutti i canali e tutti i luoghi, dai biglietti da visita alle stanze, dal sito web alla segnaletica degli uffici.
Questo passaggio continuo dai luoghi fisici a quelli digitali e viceversa è uno dei tratti più affascinanti e anche più efficaci del libro. Oltre che nei siti web, Luca Rosati ci porta nei negozi, disegna i supermercati del futuro, ne ristruttura percorsi e scaffali, analizza l’interfaccia delle bilance sulle quali pesiamo la frutta e la verdura, ci fa immaginare nuovi modi di trovare i prodotti e fare la spesa. Il tutto con una netta propensione verso l’enogastronomia.
Ma non disdegna le incursioni letterarie: le poesie di Valerio Magrelli sono un leit motiv lungo tutto il libro, mentre l’analisi della struttura dell’Orlando Furioso ci regala inaspettatamente un modello di comportamento della ricerca di informazioni, beni e servizi. Attiva, coinvolgente e “circolare”.
sarà interessante scoprire come Rosati ha aggiunto un po di sana cultura europea alla “findability” di Morville
Anche per me un viaggio a Roma e una bella lettura sul rientro… strane coincidenze, pero… 😉
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