Anche la prestigiosa New York Review of Books si occupa di blog. Lo fa nel numero di febbraio con un lunghissimo articolo di Sarah Boxer, ad uso e consumo di chi di blog sa poco o nulla.
Il punto di vista poteva quindi essere molto fresco e interessante, tanto più che si parla soprattutto del linguaggio dei blog.
Lo stile della giornalista-saggista è brillantissimo e scoppiettante. Il contenuto purtroppo è trito, e trita pregiudizi e luoghi comuni in un vellutato ma velenoso frappé.
Peccato, perché i tantissimi lettori della più prestigiosa rivista letteraria del mondo si faranno della blogosfera la solita idea del “ballo in maschera”, sostanzialmente frivolo e piuttosto sfrenato, in cui tutte le intemperanze sono permesse, purché ci si metta in mostra e si faccia parlare di sé.
“Blog writing is id writing—grandiose, dreamy, private, free-associative, infantile, sexy, petty, dirty.” è l’amabile conclusione.
Trovo azzeccata solo quella definizione di id writing, che richiama felicemente la dimensione personale del blog. Agli aggettivi se ne potrebbero aggiungere altri cento, anche di segno molto diverso, e la sostanza non cambierebbe. Ci sono milioni di scritture, tante quanti i blogger.
Gentile Luisa,
buongiorno.
Un saluto e un minuto per dirLe che apprezzo molto il Suo sito e che dopo un anno di articoli e “rubriche scomode” su http://www.trentinario.it, ho inaugurato ieri il mio blog, dove La invito senz’altro.
http://blog2piazze.blogspot.com/
Un blog a 2 piazze, non solo per questioni di stazza, bensì di spazio per comunicare, un salottiero incontro virtuale con nuovi ospiti, amici, passanti furtivi.
In attesa di riceverLa La saluto cordialmente,
La Donna Cannone