Nella sterile e comunque inutile querelle tra blogger e giornalisti, questi ultimi si appellano sempre alla loro funzione di filtro saggio e verificatore delle notizie e delle loro fonti. Se non ci fossero loro, saremmo inondati di qualsiasi cosa, stupidaggini, falsità e spazzatura. Questo è vero – forse – per il giornale di carta, ma credo non tanto per la grande capacità di discernimento e di scelta dei giornalisti, quanto per il fatto che il giornale ha dei limiti che non si possono superare: tot pagine per ogni edizione, tot battute per ogni pezzo. Giocoforza si deve scegliere.
Nelle edizioni dei giornali online, invece, i cancelli vengono spalancati per rovesciarci addosso di tutto. Come se sul web il giornale cambiasse natura, politica editoriale e persino target.
La colonnina Multimedia di Repubblica è un esempio: guinness dei primati assurdi, soubrette sconosciute, gossip che eva tremila gli fa un baffo, notizie che sembrano inventate apposta da qualche buontempone e impossibili da verificare, l’album fotografico della nuova fiamma del leader di An.Niente di male nelle notizie in sé, ma se mi voglio fare una bella immersione di gossip ci sono siti molto più gustosi e intelligenti dove sguazzare. Il voyerismo diventa automatismo e dilaga nella parte destra, dove teoricamente ci sono i servizi più seri.
Poco fa la notizia principale riguardava uno dei fatti di cronaca nera di questi giorni: dopo le foto dei sospettati su blog e Facebook, il giornale sventolava – come grande scoop – il pdf dell’ordinanza del Gip. Documento burocratico e noioso che nulla aggiunge alla notizia. L’ordinanza sì, ma quando si tratta di un link importante e utile – magari a un servizio o a una fonte – il più importante quotidiano nazionale si guarda sempre molto bene dal fornircelo.
Documento tra l’altro triste per svariati motivi:
1) indirizzi cancellati con il bianchetto che si intravedono (alè)
2) la poverina uccisa si trova pure con il cognome storpiato (Kerker)…
3) chi ha scritto ha un’idea alquanto particolare della punteggiatura.
Poi basta, perché già il post dice tutto.
Post da sottoscrivere in pieno: l’indefinitezza dello spazio (potenzialmente infinito, sul web) incoraggia il riempimento indistinto, con enorme perdita di senso dei contenuti, della loro organizzazione e della loro comprensibilità (come l’hp di Repubblica, testimonia).
(dimenticato di firmare il commento precedente)
Paolo Sordi
Il problema è che sul Web cambia anche la notiziabilità degli eventi. Un incidente stradale può avere poche righe sulla carta, ma diventa notizia televisiva se esiste una ripresa dal vivo del fatto. Stessa cosa per i giornali online che mi sembra siano entrati in pieno in una logica televisiva. Hanno bisogno di clic, di audience, e per questo danno spazio a qualsiasi cosa distanziando molto il prodotto online da quello su carta.
Luigi Ferro
Cara Luisa, mi permetto una piccola nota. Anche quella sulla qualita’ del giornalismo e’ una polemica (discussione o quel che e’) legittima e giusta, ma piuttosto sterile che trae la sua radice dalla inevitabilmente ambigua natura e missione del giornale. Ovvero essere uno strumento di informazione e al tempo stesso di intrattenimento essendo un’industria che ha come cardine il far soldi. Se non si tiene a mente questo e’ difficile comprendere perche’ in uno stesso sito (o foglio di carta) compaiono le paginate di Citati e le tette di una soubrette.
complimenti per tutti i tuoi post, non ce ne e’ uno che non meriti.