Ieri molti giornali riportavano la notizia della proposta del premier spagnolo Zapatero di adottare parole in via di estinzione, soprattutto a causa dell’incalzare dell’inglese.
Scrittori e uomini politici spagnoli stanno quindi facendo le loro “adozioni”, tutte raccolte nel sito Reserva de palabras, dove già ce ne sono moltissime segnalate da normali cittadini.
Questi allarmi che si sollevano ogni tanto sulle lingue e le parole in pericolo non servono a molto, probabilmente a nulla.
Il risvolto interessante dell’operazione sono invece le motivazioni che i padrini devono presentare per adottare una parola: ognuno racconta in breve perché quella parola – quasi sempre strana, antica, dimenticata – ha un particolare valore per lei o per lui. E’ una rassegna bellissima di piccole storie, memorie, immagini o semplici suggestioni che un suono evoca in ognuno di noi.
L’inglese e il tedesco celebrano ogni anno un rito molto simile: quello della parola più bella. Sempre con l’obbligo della motivazione. Il Goethe Institut ha anche l’edizione speciale Bambini, che credo abbia un grandissimo valore educativo.
Sulla scorta della notizia dell’iniziativa spagnola, oggi il Foglio (a pagina 2) interroga Giuliano Vigini e Vittorio Sermonti. Scettici entrambi sull’efficacia, stanno però al gioco e si soffermano sulle parole che vorrebbero conservare.
Con un desiderio in comune: quello di spazzare via il linguaggio buonista e politicamente corretto e di riprendersi parole come spazzino, cieco, sordo.
Così Sermonti: “Se dovessi davvero fare una battaglia, salverei parole come cieco e sordo, che non raccontano solo minorazioni, ma anche le qualifiche misteriose che la lingua italiana accredita a queste parole.”
Mi sono incuriosita e d’istinto ho digitato su Google la parola “sordo”. E’ apparso Sordionline, che così ti accoglie: “Il nostro è un portale dedicato alle persone sorde, ma interessante per tutti coloro che vogliono avvicinarsi a questo meraviglioso mondo del silenzio.”
ci piace molto qui. grazie.
fermina
Credo sotto l’egida di Bartezzaghi, un sondaggio simile lo ha lanciato anche Repubblica online: 30 parole fra le quali scegliere quelle da salvare. Manca purtroppo il sostrato di motivazioni che segnali e che, ne sono convinta, sarebbe la parte più ghiotta dell’operazione, ma le votazioni per ora sono ancora aperte, mi pare.
Buona settimana a tutti.
Felt so hopeless looking for answers to my qu.tnions..eutsil now.
una domanda, come si fa a testare la serietà di una casa editrice che ti propone una collaborazione, un investimento importante per pubblicare il tuo libro? ps sono quasi sicuro della serietà ma x avere più garanzie?
Gran bella iniziativa! Mi sembra che il presidente spagnolo abbia adottato una parola che significa “lieve malattia endemica” o qualcosa del genere… Della serie: non si butta via niente.
Comunque Luisa, il tio sito è grandioso. Vengo spessissimo a leggerti. Grazie per le tue “chicche”.
Valentina
adottare parole in via di estinzione.. come buona creanza, per esempio? 😉
Io adotterei direttamente la buona creanza, che mi pare parecchio in ribasso, ultimamente.
dopo giornate faticose tra lavoro e ospedale, mi ritrovo a leggerti e a riempirmi i pensieri di parole leggere e profonde, chiare e armoniose… a proposito di ciechi…hai visto” rosso come il cielo”? un film delicato, che ti accompagna per mano in una altra dimensione..
grazie ancora cara luisa. simonetta
That’s a moardbrelke-. Great thinking!