Ieri ero molto occupata, preoccupata e incasinata.
Quindi i miei pensieri sulla frase infelice del nostro premier sono andati e venuti, sopraffatti da altro.
Oggi l’articolo sul Corriere di Edmondo Berselli, Il peso delle parole, mi ci ha riportato l’attenzione.
Sinceramente non credo che quella frase rappresentasse il pensiero di Romano Prodi, ma l’ingenuità è sconcertante. Ma come può, oggi, il nostro primo ministro pronunciare con leggerezza un aggettivo come “impazzito”?
Sapendo che tempo due minuti rimbalza su tutti i siti – tutti uguali – dei nostri principali quotidiani. Dove non c’è spazio per la spiegazione, l’approfondimento, il “contesto”. Da dove viene ripreso, pari pari, da tutti i leader dell’opposizione, e così assurge ad assoluto che finisce per vivere di vita autonoma, di bocca in bocca, di sito in sito.
Il “paese impazzito” non è un’entità astratta, è fatta di persone che ormai sul web vivono, lavorano e comunicano. Che ogni quarto d’ora danno un’occhiata ai siti tutti uguali dei grandi quotidiani, e che leggono tra un impegno e l’altro quelle frasi virgolettate che non possono contenere più di tot battute.
E già “impazzito” è una parola lunga, non lascia molto spazio ad altro. Più c’è quella bella allitterazione “pa-pa”… aggiungici la P di Prodi e la P di premier… un titolo servito su un piatto d’argento.
Davanti allo schermo di un computer siamo soli, non è come leggere il giornale al bar dove puoi subito leggere l’articolo e commentarlo con chi beve il caffè accanto a te. Quello che leggiamo, ci colpisce come persone.
A me, che la fiducia a Prodi l’ho pure accordata, quella frase ha dato un gran fastidio. Figuriamoci agli altri. Anche il premier è una persona. Che ha molti buoni motivi per essere occupato, preoccupato e incasinato. Però in quei casi è meglio – per tutte le persone naturalmente, compresi i premier – seguire il saggio consiglio/direttiva che lui stesso ha dato ai ministri dopo la formazione del suo variegato governo: niente dichiarazioni à gogo (o all’impazzata).
Sinceramente non sono della politica, molto “british”, che l’importante sia “pensarlo ma non dirlo” e che non parlarne possa esorcizzare tutti i mali. Trovo molto più sconvenienti i toni e il gergo della lega (che ha avuto la faccia tosta, di cui gli rendo atto, è ben dotata, di aprir bocca sulla questione) o gli attacchi diffamatori e offensivi largamente utilizzati da molti politicanti che l’affermazione dell’attuale premier. Se in qualcosa peccano le parole di Prodi direi che è decisamente nell’essere un maledetto eufemismo.
Difficile non essere d’accordo con questo post. Purtroppo, da che mondo è mondo (specie in politica), le chiacchiere (anche quelle a sproposito) hanno sempre prevalso sui fatti.
io invece vorrei sottolineare la “non-reazione” del paese e dei suoi mezzi di informazione di fronte alla diagnosi d’infermità mentale. E purtroppo non posso proprio evitare al mio cervello di porsi questa domanda: cosa sarebbe successo se Berlusconi si fosse espresso così nella stessa situazione?
A me sembra che l’espressione “il paese è impazzito” sia sciocca, oltre che offensiva. E’ rivolta allo stesso paese che pochi mesi fa, per pochisimi voti, ha dato fiducia al professor Prodi. Il quale, detto tra noi, dimostra sempre meno coraggio e capacità di assumersi fino in fondo le proprie responsabilità, e scarica sul paese le sue incertezze e le difficoltà che vengono da lontano (tempi, comunque, in cui lui occupava già importanti posizioni di potere). A questo paese è mancata la Riforma (quella protestante) e la Sig.ra Thatcher negli anni ’80. Ma i nodi vengono sempre al pettine…
P.S. L’articolo di Berselli è su Repubblica.
Perchè non dover credere che quella frase rappresenti invece il vero pensiero di Romano Prodi?
Offesa, insulto, ma scherziamo? Ci hanno dato dei coglioni, ci hanno preso per i fondelli buttando 45 (quarantacinque) milioni di euro per un portale fantasma, spendendo l’8 per mille per giocare ai soldatini, sulla pelle dei nostri figli, montando falsità e ignomia, sempre e solo a spese nostre, con Telekom Serbia e il “dossier” Mitrokin. Per queste cose dovremmo offenderci. Aumentano le tasse per i redditi sopra i 75000 euro? Ecchisenefrega. Sono sempre 150 milioni di lire, al netto qualcosa come 8 milioni al mese. Aumenta la tassa per i SUV? Ri-ecchisenefrega. Quando uno spende 80000 euro per due tonnellate di acciaio per portare in giro 80 chili di ciccia il minimo che si possa fare è chiedergli di contribuire in proporzione. Le reazioni cui abbiamo insistito o sono di pazzi o di infami. Meglio allora pensare che il paese sia impazzito, altrimenti avrebbe ragione Bocca a dire che dalla storia non abbiamo proprio imparato un accidente e che meritiamo il ritorno dei fascisti, ignoranti, rozzi, xenofobi, e micidiali.
E mi firmo
Luigi Muzii
Una delle responsabilità dei politici, che siano Berlusconi, Ratzinger o Prodi è di parlar chiaro e non rifugiarsi dietro ad un “non sono stato capito” (fatto caso che non esce mai uno “scusate, ho sbagliato?). Dubito fortemente che non conoscano il peso e il significato delle parole che usano. Ardovig
E invece io dico che Prodi ha ragione, almeno all’80 per cento. Il nostro è un paese sempre meno assennato, sempre più egoista, sempre più avvitato su stesso e sui propri vizi, sempre più ciarliero e cialtrone (a proposito di allitterazioni). Ma credo che fra i pazzi Prodi debba comprendere anche se stesso e i suoi ministri, letteralmente incapaci di comunicare, di usare le parole e – forse – di governare. Così come il governo precedente, del resto. Almeno all’80 per cento.
anche in questo caso la verità fa male
se si parlava non del nostro paese ma dei nostri vicini la frase era azzeccata in questo caso il giudizio non è nei contenuti (almeno non mi sembra che i giudiizi si riferiscono a questo ) ma all’opportunità di dire da parte di chi come politico non deve dire la verità ma costruirla e poi descriverla
anonimo
Molto interessante questo blog.
Per quanto riguarda le parole usate da Prodi, queste stanno facendo tanto scalpore soltanto perchè sono uscite dalla sua bocca (e sono vere). Solo perchè non siamo abituati a sentir uscire, da quella stessa, amenità come col suo predecessore. Siamo il paese dei paradossi.
cara Luisa, sono anch’io d’accordo con gli ultimi interventi, a partire dalla posizione di Luigi Muzii.
Credo che le parole del premier non siano una offesa o una caduta di stile: queste le possiamo lasciare a belusconi e ai suoi.
Qui si tratta di prendere atto di una situazione particolarmente grave in termini di comportamenti contro la collettività, che coinvolge tutto il paese. E Prodi non ha fatto altro che dire proprio a questo paese, con estrema franchezza, come stanno le cose.
E al parlar chiaro non credo ci sia alternativa, dopo tante parole vuote e inutili del precedente governo.
Comunque convengo che se Prodi fosse assistito nella sua comunicazione da un professionista come te, anche i messaggi più duri raggiungerebbero meglio il bersaglio e si esporrebbero ad un minor numero di polemiche.
Mettiamoci, cara Luisa, anche le nostre responsabilità nel non voler intendere ciò che le parole vogliono dire oltre il loro significato letterale. Un politico deve parlar semplice ed evitare espressioni ambigue e forse quel termine “impazzito” era al limite ma quando occorrono certe espressioni non vanno evitate. Ci fu un tale 2000 anni fa che disse: “il vostro parlare sia si si no no, il di più viene dal demonio”. Chiamiamo le cose con il loro nome. Chi ha orecchi per intendere intenda 😉 D’altronde i commenti più autorevoli del mio espressi a proposito di questo post dimostrano che non siamo tanto “coglioni” e che quando vogliamo capire capiamo 😀
Metafore di oggi: “Non siamo come i passeggeri del Titanic”, “Siamo come una squadra di calcio che parte da -26 punti”.
Scusa Carlo, ma cosa ti aspettavi??? Io la prdneo sul ridere, leggere la lista dei ministri mi pare bello come leggere la lista dei convocati della Nazionale, con la sola differenza che per quelli in Italia le persone si interessano e prdneono posizione con pif9 facilite0… Riduco il tutto a gossip, chiacchiera da bar, che di prendere seriamente le cose politiche italiane non ne ho voglia ne8 si puf2…Saluti,Massimo J.
Edmondo Berselli scrive su Repubblica. E secondo me Prodi, in questo caso, ha perfettamente ragione. E sapeva benissimo quello che stava dicendo, comprese tutte le sfumature della parola “impazzito”.
Ho letto un po’ di post e purtroppo da molti di essi emerge l’uso della solita bilancia a due pesi e due misure da parte di chi vota a sinistra. Prodi a dice che il paese è impazzito: è un grande comunicatore che usa un linguaggio vicino alla gente. Se simili cose le avesse dette Silvio Berlusconi, come in altre occasioni è capitato, sarebbe stato subito considerato un bieco dittatore, ignorante ed arrogante, un pericolosissimo caimano insomma. Mi dispiace, ma le regole, i criteri di giudizio e critica in democrazia sono uguali per tutti.
Antonio
Caro Antonio,
di sicuro noi che scriviamo qui possiamo avere tutti i difetti del mondo.
Purtroppo però a te sfugge che effettivamente berlusconi è “un bieco dittatore, ignorante ed arrogante, un pericolosissimo caimano”.
E questo fa la differenza.
Auguri
Non capisco perchè non si possa dire che questo paese “è impazzito”. Vi lamentate tanto del politichese, del marketese, del corporatese e quando un politico chiama le cose con il nome esatto, vi sdegnate.
Sono perfettamente in linea con la maggior parte di questi commenti. Bisogna dire le cose come stanno e saper assumersi le proprie responsabilità! Che siamo un Paese impazzito lo vediamo ogni giorno, lo diciamo ogni giorno e ce ne lamentiamo ogni giorno. Ma allora perchè fa tanto scalpore se lo dice il Presidente del Consiglio? Che poi, in tutta onestà, non credo neppure si sia voluto tirar fuori dal coro.
Impariamo ad essere meno concentrati su noi stessi in quanto “individualità” e più sul Sistema-Paese.
Un’ultima cosa: non credo affatto che davanti al pc siamo soli (diversamente dal bar o dalla strada)… ne è la prova il fatto che stiamo qui a discutere di questa cosa. E perfortuna!
(copy-free)
Comunicazione. Forse è il caso che qualcuno di autorevole, anche qui, dica cosa significa. Io ho pochi studi e non ne so molto, ma mi sembra che molti, anche l’Antonio più sotto, confondano la comunicazione con il marketing e la pubblicità, se non con l’imbonimento da magliari o piacionismo, se questo fa di me un pessimo comunicatore. Comunicazione, credo, molto umilmente, non sia dire ciò che la gente vuole o si pensa voglia sentirsi dire. Quella è pubblicità, spesso ingannevole: è quella che fa dire di essere andati in Iraq in missione di pace, quella che fa sostenere di aver lasciato i conti a posto, e quella che ha fatto sì che tanti non coglioni prendessero per buono il “meno tasse per Tu(o)tti” e il “presidente operaio” o l’abolizione dell’ICI; è quella che fa scrivere e votare una legge che subito si definisce una porcata non appena ci si rende conto che è invisa e potrei continuare. Comunicazione, per me, è dare espressione, chiara, semplice e inequivocabile al proprio pensiero.
L’ipocrisia è ipocrisia, non è comunicazione. Può essere politicamente corretta o, italianissimamente, teo-con, ma resta ipocrisia.
E mi firmo ancora, con nome e cognome. Da elettore di sinistra, non mi vergogno di essere andato alle “mie” primarie invece di accettare un padrone, e di non rendermi identificabile come tanti che votano a destra. Sono quasi la metà, ma sembra non ce ne sia nessuno in giro. Saranno come le lumache?
Luigi Muzii
Credo che Luisa Carrada oggi abbia imparato una piccola lezione: se pubblica un post dal sapore anche vagamente politico, anche il suo pacifico blog, fonte inesauribile di segnalazioni, consigli di scrittura e lettura, spunti poetici e osservazioni sul mondo della comunicazione, può velocemente trasformarsi in un ring politico. La politica ovunque è inserita equivale a nitroglicerina pura. Credo che i venti post totalizzati dal commento sull’ aggettivo “Impazzito” usato da Prodi ne siano una testimonianza.
Comunque, gentile Luisa mi perdoni se proseguo per un attimo la piccola polemica, continuo a non credere che Berlusconi, pur con tutti i suoi enormi difetti, sia mai stato il dittatore sanguinario manipolatore di menti ingenue, descritto da certa sinistra. Rimanendo al tema della comunicazione:diciamo che il leader di FI ha importato dagli U.S.A. un nuovo modo di comunicare semplice, diretto e populista che una certa sinistra colta e con la puzza sotto il naso proprio non riesce a mandare giù. Nessuna legge in DEMOCRAZIA glielo vietava perchè nessuna legge in DEMOCRAZIA impone un unico modo di comunicare. La sinistra invece di gridare al nuovo Mussolini, potrebbe sforzarsi di inventare un modo di comunicare più efficace, meno populista che contrasti i metodi berlusconiani. I vari ” Io non ne so nulla”, il ” Paese è impazzito”, mi sembrano ancora lontani dall’ obbiettivo.
Antonio.
no no, siamo proprio un paese impazzito.
onorevole, ormai, è sinonimo di spregevole.
e le discussioni serie, sono affidate ai comici che i giornalisti sono troppo impegnati ad annunciare la seconda gravidanza di ilary blasi.
perfino santoro è riuscito a far parlare della sua trasmissione, solo per effetto di un gossip ridanciano.
prodi avrebbe dovuto esordire così: l’italia è una gnocca senza testa.
altro che pazzi.
Berlusconi non ha importato niente dagli U.S.A.: il suo populismo riecheggia semmai quello di Perón mentre usa la televisione come una clava, esattamente come Mussolini usava la radio.
Sulla puzza sotto il naso posso essere d’accordo. Le osservazioni sul presunto scivolone di Prodi vengono per eccesso di critica da parte di tanti che ancora credono nella superiorità intellettuale della sinistra e pensano, dunque, che debba manifestarsi anche nella “comunicazione”.
Quanto alle lezioni di democrazia, le lascio volentieri alla memoria degli uomini autenticamente di destra come Montanelli; avesse potuto, e ci ha provato, checché se ne dica, oggi saremmo sulla tomba della democrazia, assassinata dal magnate (di dubbia fortuna) di Arcore, al pari di Matteotti.
Quanto a contrastare la comunicazione berlusconiana, il modo migliore è ignorarla e mi dispiace che gli “esperti” di comunicazione non l’abbiano capito.
E continuo a firmarmi
Luigi Muzii
Allora, sono di sinistra se questo dire ha ancora un senso. Ora, se il paese sia impazzito o meno, questo non lo so ma se il governo berluscono rappresentava certa Italia furba, cinica, rozza e affarista (cosa che non credo) che Italia rappresenta questo governo? Un italia impazzita. Non so se avete assitito anche voi al nuovo genere lettarario creato da questa finanziaria. Non è una pantomima, non è una farsa ne una commedia, non è teatro dell’assurdo. Non è forse pazzia? Che poi il Premier e la sinistra tutta non abbia la purchè minima idea di che cosa significhi comunicare mi sembra fin quasi banale.
Prendete il capolavoro dell’intervista rilasciata a metà ottobre al quotidiano El Pais.
I Giornali contro, la mozzarella. Roba da matti, veramente. In questo senso mio caro Prodi, lei è il più italiano degli italiani. Un Pazzo. E i Pazzi è ora che vadano a casa, Berlusconi o meno.
Smettiamola poi di usare iperboli. Dittatore, magnate, pericolo per la democrazia, regime. Attenzione, quando arriverà, il regime, non avrà un nome. Lo avremo speso per denigrare un avversario politico e il regime si sarà noscosto comodamente nel silenzio.
Ci coglierà alle spalle.
Ho letto tra i commenti di ipocrisia. Ottimo argomento. Saggio. Facciamola cadere. Il Paese non è impazzito, professor Prodi. E’ furbo, mimetico, come lo è sempre stato. Ho visto evasori svuotare i magazzini con una pacca sulla spalla ad ogni amico, erano di destra e di sinistra, indistintamente. Ho visto assenteisti sciamare fuori dai ministeri con il manifesto, l’unità, il giornale e il secolo d’italia sotto l’ascella. Li ho visti salire sui SUV chi con le clark chi con le Tod’s. Ho visto eserciti di raccomandati riempire televisioni, giornali, aziende, para azinede e carrozzoni pubblici, ministeri e copperative.Erano anche loro di destra e di sinistra, uniti felici nell aloro pazzia. Li ho visti rimpallarsi accuse e abbaiaire come cani all’arrivo del lupo. Cosa c’è di nuovo?. Nulla ma le pecore, caro professore, sentono sempre meno il bisogno dei cani da guardia. Sono impazzite? Forse si. Attenzione qunidi che la fiducia, la troverà, presto, solo in parlamento.
Allora, sono di sinistra se questo dire ha ancora un senso. Ora, se il paese sia impazzito o meno, questo non lo so ma se il governo berluscono rappresentava certa Italia furba, cinica, rozza e affarista (cosa che non credo) che Italia rappresenta questo governo? Un italia impazzita. Non so se avete assitito anche voi al nuovo genere lettarario creato da questa finanziaria. Non è una pantomima, non è una farsa ne una commedia, non è teatro dell’assurdo. Non è forse pazzia? Che poi il Premier e la sinistra tutta non abbia la purchè minima idea di che cosa significhi comunicare mi sembra fin quasi banale.
Prendete il capolavoro dell’intervista rilasciata a metà ottobre al quotidiano El Pais.
I Giornali contro, la mozzarella. Roba da matti, veramente. In questo senso mio caro Prodi, lei è il più italiano degli italiani. Un Pazzo. E i Pazzi è ora che vadano a casa, Berlusconi o meno.
Smettiamola poi di usare iperboli. Dittatore, magnate, pericolo per la democrazia, regime. Attenzione, quando arriverà, il regime, non avrà un nome. Lo avremo speso per denigrare un avversario politico e il regime si sarà noscosto comodamente nel silenzio.
Ci coglierà alle spalle.
Ho letto tra i commenti di ipocrisia. Ottimo argomento. Saggio. Facciamola cadere. Il Paese non è impazzito, professor Prodi. E’ furbo, mimetico, come lo è sempre stato. Ho visto evasori svuotare i magazzini con una pacca sulla spalla ad ogni amico, erano di destra e di sinistra, indistintamente. Ho visto assenteisti sciamare fuori dai ministeri con il manifesto, l’unità, il giornale e il secolo d’italia sotto l’ascella. Li ho visti salire sui SUV chi con le clark chi con le Tod’s. Ho visto eserciti di raccomandati riempire televisioni, giornali, aziende, para azinede e carrozzoni pubblici, ministeri e copperative.Erano anche loro di destra e di sinistra, uniti felici nell aloro pazzia. Li ho visti rimpallarsi accuse e abbaiaire come cani all’arrivo del lupo. Cosa c’è di nuovo?. Nulla ma le pecore, caro professore, sentono sempre meno il bisogno dei cani da guardia. Sono impazzite? Forse si. Attenzione qunidi che la fiducia, la troverà, presto, solo in parlamento.
“Il Paese è impazzito” dice il premier Romano Prodi reagendo alle critiche feroci della sua finanziaria “ragiona sull’oggi e non pensa al futuro“.
Ricorda quella barzelletta dell’ubriaco che imbocca l’autostrada contromano e si stupisce che ci siano tanti pazzi che gli vanno addosso.
Ma è lui che è impazzito, Prodi. Sono i politici ad aver perso il contatto con la realtà del paese, come Maria Antonietta che ribatteva alla plebe affamata “Non avete pane? Mangiate brioches”.
Quelli che stanno al Governo non capiscono che la gente ne ha fin qui di farsi tosare da un’oligarchia intoccabile e inamovibile, che impone sempre sacrifici agli altri ma mai a sé stessa.