I nomi dei siti sono tra i microcontent più importanti. Più ti colpiscono, più sono memorable, meglio è.
Oggi Gianluigi Beccaria, nella sua rubrica sul Tuttolibri della Stampa, ne cita uno:
“L’invenzione, il guizzo e il coraggio dell’invenzione verbale non li trovi soltanto tra gli scrittori, quelli che hanno dimestichezza con le parole e sanno maneggiare la lingua. Li trovi (sempre meno) anche nel comune parlante. Ho letto qualche tempo fa su un settimanale un bellissimo indirizzo elettronico di un venditore di vino, evidentemente piemontese: www.catanabuta.com.
Il vignaiolo che l’ha messo insieme è certamente un uomo spiritoso e anche geniale. Genuinità popolaresca? So soltanto che quella trovata ci attira perché ci solleva dalla banalità, ci distanzia da un mondo che ci pare travestito sotto una crosta di schemi ripetuti, di stereotipi.”
Per una centro-meridionale come me, un titolo non immediato. Quindi sono andata a curiosare dentro e ho subito trovato la spiegazione, raccontata in modo informale, simpatico e adatto a tirar dentro il potenziale cliente.
“Cata’na buta ovvero ‘compra una bottiglia’, questo è il significato della strana frase che dà il nome al portale. Possiamo anche aggiungere che all’orecchio di un piemontese non suonerà mai come un imperativo, ma piuttosto come un invito che sottintende ad un sana bevuta insieme.”