Al figlio che gli chiede sui suoi inizi di giornalista, Terzani risponde che “oggi fare quello che facevo io a quel tempo, quello che facevamo noi, sarebbe impossibile perché non c’è lo stesso spazio.”
Spazio: mi ha colpito moltissimo questa parola, perché è proprio “spazio” in senso letterale.
È vero: viviamo il tempo dello spot, dei tre minuti, delle pagine che non si leggono se non spezzate in mille boxini, sottotitoli, figure. Il tempo dei contenitori delle piccole cose, e non solo televisivi.
Eppure è anche il tempo del web, contenitore senza limiti e spazio senza costi, mondo parallelo che tutto accoglie. Lamenti e reportage, scrittura e oralità, cronaca e poesia.
Certo non manca lo spazio per “scrivere in grande”.
“Pensa che dal Vietnam io scrivevo anche per L’Espresso, riempiendo due pagine intere di quel giornale ancora più grande del Corriere della Sera, con una bella carta lucida e qualche foto. Scrivevo grandi articoli in cui raccontavo tutto quello che vedevo, le mie impressioni. Fin dall’inizio ho imparato che attraverso un piccolo episodio racconti una grande storia, perché la storia raccontata attraverso un’esperienza personale, attraverso il piccolo aneddoto della vita di un uomo, di un villaggio, può spiegare molto di più che se scrivi ‘Ieri, seimila morti…’ Seimila morti nessuno li vede, ma un solo morto che ha famiglia, che ha bambini, quello impressiona.”
Buona sera,
passo spesso nel tuo blog e,sempre, ti leggo con piacere.
Bello il ricordo di Terzani che anchi’io ho iniziato ad amare leggendo Un indovino mi disse capitatomi per caso tra le mani.
Vedo che tra i libri che ti aspettano c’è l’India del sorriso di Gabriella Cella mia insegnante di yoga.
Se non lo hai ancora letto e se, come mi sembra di avre capito, ami lo yoga ti consiglio Yoga Ratna recentemente riedito da Feltrinelli.
Buone letture, ciao.
L’equilibrio nella forza di parole vissute. Questo è ciò che ho provato leggendo TERZANI.
A.
io invece ne ho talemente sentito parlare, che credo non lo leggerò mai – bastian contrario sino alla morte! – decisiano già pressa quand’era vivo, figuriamoci adesso…
il tempo ora come ora va troppo in fretta e non lascia il fiato per leggere.
Hertz
Sono d’accordo con chi dice che “scrivere e leggere sono sullo stesso piano”… c’e’ coraggio, estro, ispirazione, amore in entrambi i gesti.
Con lo spazio che abbiamo oggi, prendiamocene altro per scrivere piccole-grandi storie.
O per leggerne, prima che il buco si chiuda.
Non saprei, ogni volta che qualcuno menziona la difficoltà con cui oggi è possibile realizzarsi il mio pensiero ritorna inevitabilmente ad una scena di Viaggi di nozze (sì, quello di Verdone). Quattro ragazzi, seduti in macchina sotto l’immensità del cielo stellato a divagare su come tutto sia stato già detto, già fatto.
Ecco, in quell’istante non posso che prendere le distanze da me stesso e da chiunque cada nella tentazione arrendevole di compiangere la propria situazione di disagio per non aver saputo trovare uno spazio.
Cordialmente.
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