Quando per la prima volta mi affacciai alla finestra del web, ormai dodici anni fa, e qualcuno mi spiegò cos’era e a cosa serviva, pensai subito due cose, all’istante, credo:
1. il mio lavoro cambierà completamente e farò di tutto per cambiarlo
2. non avrò più bisogno di andare in ufficio, le mie parole potranno viaggiare da sole, senza che sia necessariamente io a portarle in giro.
Due pensieri che per anni ho coltivato come sogni segreti.
Il primo si è realizzato pian piano, con il mio impegno ma anche per effetto dei tempi. Per il secondo ho dovuto aspettare molto più a lungo. Per anni ho immaginato di potermi muovere liberamente, con un leggero pc in spalla, trovare un bel posto davanti al mare e mettermi a scrivere. Non del mare, ma di cose molto utili e prosaiche, di quelle che servono a farti pagare le bollette a fine mese e sognare nuovi viaggi.
Ora che sto preparando i bagagli per andare in un posto non troppo lontano da Roma, ma davvero deserto, mi domando se non abbia esagerato visto che sono in pieno periodo lavorativo. Mezz’ora di strada sterrata per arrivare, il primo internet point a un’ora di macchina, luce elettrica per non troppe ore al giorno. E tutti i miei contatti affidati a quella leggera e precaria architettura fatta di fili, pc, telefonino, bluetooth e altre diavolerie che spero di riuscire a ricomporre sul mio tavolo davanti al mare.
Non so quindi quanto riuscirò a postare, o forse sì, scriverò dei post completamente diversi. Perché navigherò sicuramente poco e lentamente per i ritmi cui sono abituata, in compenso spero di leggere moltissimo, di raccontarvi le mie letture, di pensare nuove scritture.
I tempi stanno già di nuovo cambiando: mentre due anni fa io e la mia amica Deli in vacanza a Castiglioncello avremmo portato il portatile, se non altro per averlo ” in caso di necessità”, durante l’ultima vacanza di poche settimane fa ci siamo invece portate in valigia…(tu pensa!) lana e ferri, con una rivista piena di modelli da seguire ;)). Il computer soppiantato da Rakam E dai cari libri, naturalmente. Che sia una bellissima esperienza quella che ti attende!
Ti auguro un periodo di rilassante riposo attivo.
Che dire, Luisa… buone vacanze. Goditele
Cinzia
per due anni a fila l’Ale che anche tu conosci mi ha cannato infilandomi lavori nelle ferie programmate. Sotto l’ombrellone a fare editing, con l’acquolina in bocca guardando il mare…
Struggente ricordo… ora sto male e non posso lavorare e neppure me lo sogno il mare. Che dire? divertiti anche, e che la tecnologia sia con te.
ciao Luisa,
ho scoperto magicamente il tuo sito mentre cercavo tutt’altro…
pensa un po’ avevo in mente di acquistare un terreno agricolo dove inizaire a costruire una casa..ho cercato su google “agenzie immobiliari” e mi sono ritrovata qui.
il mestiere di scrivere…
avevo accantonato da tempo l’idea di scrivere, purtoppo.
e’ un mondo difficile e spesso la scelta giusta non e’ quella che fa per noi…
adesso lavoro in banca e mi occupo di carte di credito. vivo a trecento km da casa lontano dalla mia famiglia. pero’ guadagno, o meglio, almeno ho un lavoro, contrariamente alla maggiorparte dei giovani.
questa settimana sono a casa in ferie e anche se non saro’ al mare, stare con le persone che mi amano sara’ come stendersi al sole facendosi accarezzare dalle onde del mare…mi rilassero’ in penombra sul letto, con la luce che filtra attraverso i buchi delle serrande, ad ascoltare lo scroscio dell’acqua sulle stoviglie mentre mia madre lava i piatti…..
Buone vacanze e mi raccomando raccontaci nuove avventure!
Buone vacanze. Intanto leggerò un po’ questo blog e lo linkerò. Bello, il mestiere di scrivere. Per uno che scrive tanto, ma davvero tanto, è la manna dal cielo. Saluti e a presto.
dal tuo messaggiio non mi sembra di aver capito che felicemente andavi in vacanz, mi sembra di leggere che ti imponi una nuova esperienza …tutto ciò che sa di nuovo è vacanza
pina
ho scoperto oggi questo sito.spero mi faccia ompagnia per un po’.
sto tornando anch’io a scrivere dopo una lunga,lunghissima pausa in cui ho semplicemente vissuto e anche patito un po’.arrivo qui dopo un periodo di sofferta analisi ed autoterapia in cui sono giunta alla felice conclusione che la scrittura è per me un’urgenza,come può esserlo per altri il cibo o sesso o la droga.
rd