Il libro che mi tiro dietro in questi giorni nello zaino è L’altrui mestiere, una raccolta di brevi articoli che Primo Levi ha pubblicato negli anni sulla Stampa. Talmente brevi che stanno bene nei tempi della metropolitana, mentre aspetto che cominci una riunione, alla fermata dell’autobus.
Levi non ha conosciuto internet, ma ha conosciuto i primi elaboratori di testi, cui dedica un paio di belle pagine.
Non so perché, ma alcuni di questi articoli mi hanno fatto pensare ai blog. Anzi, ora che ci penso credo di saperlo: non tanto per la brevità e concisione dei singoli articoli, ma perché in ognuno di essi lo scrittore, la persona, la letteratura, la quotidianità, i diversi mestieri e i diversi piani trascorrono l’uno nell’altro. E perché il pretesto per la scrittura è spesso qualcosa di minimo, anche solo uno sguardo diverso su una cosa di tutti i giorni, un pensiero che passa e che viene fermato in parole dando l’avvio ad altre immagini, ad altre parole. Un po’ come qualche volta avviene con i post.
Qui Levi racconta con grande semplicità come l’essere chimico l’ha aiutato ad essere scrittore, qualcosa di molto concreto:
“L’abitudine a penetrare la materia, a volerne sapere la composizione e la struttura, a prevederne le proprietà e il comportamento, conduce ad un insight, ad un abito mentale di concretezza e di concisione, al desiderio costante di non fermarsi alla superficie delle cose. La chimica è l’arte di separare, pesare e distinguere: sono tre esercizi utili anche a chi si accinge a descrivere fatti o a dare corpo alla propria fantasia. C’è poi un patrimonio immenso di metafore che lo scrittore può ricavare dalla chimica di oggi e di ieri, e che chi non abbia frequentato il laboratorio e la fabbrica conosce solo approssimativamente. Anche il profano sa cosa vuol dire filtrare, cristallizzare, distillare, ma lo sa di seconda mano: non ne conosce la ‘passione impressa’, ignora le emozioni che a questi gesti sono legate, non me ha percepita l’ombra simbolica. Anche solo sul piano delle comparazioni il chimico militante si trova in possesso di una insospettata ricchezza: ‘nero come…’; ‘amaro come…’; vischioso, tenace, greve, fetido, fluido, volatile, inerte, infiammabile: sono tutte qualità che il chimico conosce bene, e per ognuna di esse sa scegliere una sostanza che la possiede in misura preminente ed esemplare.”
PS Una bella pagina su Primo Levi e la comunicazione.
[…] produrre effetti anche clamorosi, sprigionare risonanze profonde. Viene da pensare al chimico Primo Levi, ma il riferimento di Clark è invece la fisica delle particelle, che sotto terra viaggiano e si […]
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