Ma come ha fatto l’Unione a elaborare e pubblicare sul web un programma elettorale di 281 pagine, senza pensare che quella pesantezza e quella prolissità sarebbero diventate all’istante un’arma in mano all’avversario? Il quale avversario ha elaborato e pubblicato un programma leggero leggero di sole 22 pagine, dalla sintassi elementare ma studiatissima:
Sei anni fa, quando nel corso del 2000 abbiamo scritto il primo programma della Casa delle Libertà, il mondo era molto diverso da quello in cui ora viviamo.
C’erano ancora le Torri Gemelle e c’era ancora la lira.
Le parole sono quelle d’uso quotidiano e, se non lo sono, vengono spiegate:
>Il cosiddetto “change-over”, il passaggio lira-euro, non è stato neutrale. In nessuna parte d’Europa. E neppure in Italia.
Gli incisi, quando ci sono, servono eccome:
Ora si vedono – li vede e li sente la gente – gli effetti di questa follia.
Per inciso, la follia è il “mercatismo” della sinistra, “improvviso quanto forsennato”, ma necessario per farsi perdonare – indovinate un po’ – il proprio comunismo.
Ma non lo sanno i comunicatori dell’Unione che per far digerire i documenti lunghi ci sono gli abstract, gli executive summary, i box che riassumono i punti più importanti? Che nei nostri tempi convulsi e distratti le abitudini di lettura sono cambiate? Che un programma così ponderoso poteva anche essere suddiviso per target (giovani, anziani, stranieri, piccole e medie imprese, commercianti, …). Che il vocabolario di base dell’italiano medio è di 7000 parole? Che riassumere e rendere più semplici contenuti complessi è possibile? E che in campagna elettorale ciò diventa necessario e obbligatorio? E infine che per stampare da internet quasi 300 pagine se ne va mezzo toner?
PS “Servirà una pluralità di interventi, rivolti ai diversi livelli di governo, con un’azione coordinata e condivisa in grado di monitorare e guidare tutto il processo. Al livello centrale, la priorità sarà quella di rafforzare la capacità di governo di tali processi di innovazione. Dovremo ricongiungere Funzione Pubblica e Innovazione Tecnologica per ricomporre la frattura tra gli aspetti organizzativo-funzionali e quelli tecnologici. Il secondo punto è un’azione di sistema finalizzata al rafforzamento e all’immediata fruibilità dei diversi sistemi informativi.” (Programma dell’Unione, pg. 36)
Ancora una volta ci si perde nelle forme, da entrambe le parti, e non si vedono spiragli contenutistici un minimo dinamici.
Uno è efficace e l’altro no, entrambi non hanno però un messaggio progressista, o quanto meno analitico e/o risolutivo.
io vedo un serio problema nella contrapposizione di due forze che sono sostanzialmente la stessa cosa. Stessi difetti, stessa mancanza di passione, stessa chiarezza ed onesta’ (poca).
in queste elezioni ci sarebbe stato grande spazio per un movimento nuovo, che si fosse distinto dai due grandi centri di potere.
Per me il programma dell’Unione è stato utile nel confermarmi che siamo in mano a professionisti della politica non all’altezza dei tempi in cui viviamo.
Prepariamoci al peggio.
Baci a Luisa.
Per migliorare la comunicazione del programma non posso farci niente, però posso conisigliarti di cambiare stampante. 🙂
e se quel programma di 281 pagine fosse destinato a chi la firmato e non all’elettorato?
se non fosse un’operazione di propaganda elettorale ma un accordo politico programmatico tra le segreterie dei partiti?
Trovo interessante che ci sia chi si preoccupa del fatto che, una volta eletti, il programma bisognerà rispettarlo.
Se invece si preferisce la propaganda populista… non si ha che da copiare la destra.
Internazionale di questa settimana.
Articolo “La Guerra dei frame” basato anche su quanto scritto nel libro di George Lakoff edito da Fusi Orari “Non pensate all’elefante!”.
Si da risposta a questo post: usare parole giuste in modo giusto in un giusto “contesto” causa effetti, a volte, come nel caso dell elezioni, indesiderati dagli stessi elettori.
Questo la sinistra sembra proprio non capirlo, e il suo programma ne è solo un esempio da inserire nel loro più amplio contesto comunicativo.
Non si tratta di propaganda quindi, ma di capacità di rendere la comunicazione efficacie. La comunicazione funziona quando raggiunge gli obiettivi. Di solito l’obiettivo è che il messaggio non solo venga recapitato al mittente, ma da questi compreso.
E purtroppo per noi in questo non la destra ma il suo principale rappresentante sembra fin troppo essere abile.
Andrea
22 pagine, ma sembra scritto dai copywriter del Mulino Bianco. Non credo che gli italiani saranno così stupidi da farsi abbindolare un’altra volta. O è davvero la forma tutto quello che conta nella comunicazione in questo Paese?
Io intanto inviterei a riassumerlo per quei pochi che potrebbero aver voglia di leggerlo.
Ho cominciato con la parte su ricerca e univesità. Sul mio blog.
Comunque è un grosso problema il restare bloccati nella complessità delle proprie idee in questi giorni di comunicazione rapida. Non ci si rivolge più agli elettori, ci si parla solamente addosso. E la gente si allontana dalla politica.
Comunque chi fa le pubblicità della Mulino Bianco avrebbe fatto un lavoro molto migliore di quello della Cdl, fidatevi che ci sto facendo la tesi sopra!!!
Da un po’ di tempo non frequentavo questo blog.
Mi sono quindi imbattuto in questo post abbastanza rabbioso contro quelle che dovrebbero essere le tecniche di marketing più comuni, quali la non profondità, l’immediatezza, ecc. Ma si tratta pur sempre di elezioni e credo che le persone vogliano giudicare l’operato del governo in carica sulla base dei fatti (reali e non raccontati) e sulla base delle proposte dell’opposizione. Ritengo quindi che la scelta della coalizione da votare sia in realtà più vicina alla scelta dell’autovettura o della casa da comprare che non a quella di un detersivo. Comprereste una casa solo guardandone le figure su un depliant? o c’è un processo di selezione più complicato?
E poi, scusa Luisa, ma il tupo post scriptum è esemplare di come un programma di tante pagine possa contenere la soluzione o l’indicazione di direzioni che sono riguardano anche il nostro particolare quotidiano. Infatti, personalmente ne ho piene le scatole della competizione continua tra il Ministero della Funzione Pubblica e quello dell’innovazione Tecnologica – CNIPA che tanto ostacola un profondo slancio innovativo della PA. Sapere che si sia intenzionati a risolvere questo problema è l’indicazione che il mio lavoro (e quindi anche una non piccola parte della mia vita) sarà semplificata…
Scusate per la lunghezza del commento
PS.
I documenti si possono anche leggere a video. Altrimenti rischiamo di fare come coloro che si lamentano delle Assicurazioni: “mi sono fidato di quello che diceva il mio agente che mi aveva garantito che la polizza dopo i primi sei mesi sarebbe calata del 10%”
Cara Luisa,
non ho ancora letto il programma in 281 pagine dell’Unione; ma la sua prosa dev’essere davvero involuta se qualcuno si è preso la briga di stendere e pubblicare un *abbecedario* (termine che ricorda tanto i libretti scolastici per imparare a leggere!) per facilitarne la comprensione. Si trova qui: http://www.liberazione.it/abc/ac.htm . Ciao e grazie per tutti i tuoi preziosi suggerimenti. Giudis
Cara Luisa, la sinistra persevera nei suoi errori. Qualche mese fa Luca Ricolfi con il suo bel libro “Perché siamo antipatici” l’aveva messa in guardia. Ma a me sembra ormai evidente che il difetto è strutturale, quasi genetico. Ci vorrebbe una rifondazione vera. Come mai i riformisti genuini e i compagni di spirito liberale e pragmatico non prevalgono mai?
Va bene, abbiamo capito che il mestiere di scrivere richiede competenza e organizzazione. Grazie per la lezioncina. Un po’ inutile peraltro, visto che siamo un popolo di lettori pigri: tanta fatica per scrivere gli abstract sarebbe sprecata.
Ora concentriamoci sul contenuto: ti va o non ti va il programma dell’Unione?
Diego