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risali negli anni

17 Febbraio 2006

Buro-anglo-tech

“Telecom Italia non è il gestore di riferimento di questa patologia dei servizi non richiesti.”

“Stiamo implementando una procedura operativa che cercherà di arginare il fenomeno.”

“Eppure inviamo una welcome letter in cui rappresentiamo al cliente…”

“Se il signore si è visto addebitare 5.000 euro, mica il sistema di fatturazione può sapere che è un pensionato, senza risorse, e compagnia cantando.”

Sono solo alcune delle frasi che mi ricordo dell’intervento del rappresentante di Telecom Italia, appena andato in onda su Mi manda Rai 3.

Non le ho appuntate subito, perché credevo fosse uno sbaglio, che la piantasse. “Ora smette, non è possibile, è allucinante” mi dicevo mentre cercavo di decodificare rapidamente la lingua buro-anglo-tech. Con molta fatica, devo dire. Eppure ero concentratissima.

Il “fenomeno”, la “patologia” è l’addebito diffusissimo dei servizi non richiesti in bolletta.
Intanto nello studio televisivo spuntavano kit Alice consegnati a novantenni privi di computer.

La frase più bella: “Vogliamo fare di Telecom una casa di vetro.”

Ah, dimenticavo: assalito dagli utenti imbestialiti, ha anche detto che “non voleva porsi in una politica di contrapposizione”.

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10 risposte a “Buro-anglo-tech”

  1. Hai dimenticato la frase più bella del “tronchettiano”, quando ha spiegato come in telecom chiamano gli addebiti impropri sulle bollette: ERRORE DI SBAGLIO.
    Incredibile! Proporrei io un altro termine:
    IMBROGLIO DI TRUFFA.

  2. Come dire? Per non stare in contrapposizione non bisogna dare retta agli opposti estremismi ma immettersi in un’ottica di convergenze parallele.

    Nemmeno i dorotei degli anni ’70…

  3. Siamo vittime di una malitesa concezione del servizio che dovrebbe essere erorgaro da un provider in posizione di incumbent.
    E’ probabile che il CRM faccia maggior chiarezza all’interno dell’insieme dei dati, anche se, purtuttavia, non è il compito precipuo della società stessa. Il data-mining può aiutare a patto che gli utenti facciano la loro parte ne costruire questa enorme casa di vetro: il vetro costa e la politica di contrapposizione non giva certamente a nessuno, tantomeno ad un management che crede fortemente in una partnership interoperabile di tutti gli attori in campo, comprese le banche nelle quali stanno i conti dai quali l’azienda attinge per comperare il suddetto vetro.

    F.to Alice

  4. Finsiel non fa più parte del gruppo Telecom e si può sparare su quelli che, fino a qualche giorno fa, erano colleghi?
    La verità è che si parla, e si scrive, in un certo modo perché si è istruiti, indottrinati, a parlare e scrivere in quel modo.
    I pirellini, come tanti altri, scoprono l’acqua calda e si infastidiscono se qualcuno dice loro che esisteva anche prima del loro arrivo. Non vale solo per i sistemi informativi e le procedure aziendali, ma anche e soprattutto per le regole della comunicazione.
    Il nostro paese, però, è malato di piaggeria e si agisce, si parla, si scrive per far piacere al capo, per imitalrlo e accattivarsene le simpatie.
    Farsi capire espone al rischio di farsi mettere in discussione.
    Da La Repubblica di sabato 18 febbraio 200, pag. 41
    “Fastweb esplora opportunità per sviluppare la crescita della società” (comunicato Fastweb, 11 novembre 2005). Traduzione: Scaglia cerca compratori per la sua quota.
    “Concluso il processo di revisione strategica” (comunicato Fastweb, 17 febbraio 2006). Traduzione: Scaglia non ha trovato compratori disposti a pagargli il prezzo richiesto.
    “I recenti avvenimenti hanno indotto il sistema bancario ad accelerare il processo di aggregazione interna ma vi è il rischio che tale processo sia affrettato da una logica difensiva e dal timore del forte peso degli azionisti esteri” (dichiarazione di Matteo Arpe, amministratore delegato Capitalia, 17 febbraio). Traduzione: cara Banca Intesa, se pensi alla fusione con Capitalia per difenderti dalle voglie espansionistiche dell’Agricole, hai sbagliato indirizzo.
    “La Popolare di Intra ha invitato nove potenziali partner bancari a confermare l’eventuale adesione al suo progetto di “autonomia condivisa”” (comunicato Popolare Intra 17 febbraio). Traduzione: affoghiamo, cerchiamo urgentemente un salvatore, ma non si può dire.

  5. La Verità non esiste in Tv, avrebbe dovuto dire lo sventurato: 1) non so neanche perché sto qui io e non Ruggiero,e tutti gli altri che in Tv vanno solo a farsi belli se c’è un brillante risultato o un’innovazione stabiliante; 2) siamo pieni di debiti e se non togliamo via i soldi ai consumatori corriamo i rischi di Parmalat; 3) è il business, caro Vianello, non penserà che gli altri sono onesti; 4) se noi dirigenti non raggiungiamo gli obbiettivi ce ne cacciano, se gli operatori interni non li raggiungono gli tolgono mille euro di premio di risultato, se non li raggiungono quelli esterni non gli viene prorogato il contratto a termine; 5) i consumatori devono essere un po’ forzati a prendere delle sane abitudini tecnologiche.

  6. Tolli, sul punto 4 hai torto: non ho mai visto cacciare da Telecom un dirigente che non raggiungeva i risultati: li hanno cacciato solo se rubavano, se potevano prepensionarli con mezzo milione di euro, se arrivava qualcuno di un’altra cordata. Solo per dovere di cronaca. Poi traiamo le conclusioni che ci pare, ma questi sono i fatti
    🙂

  7. Allora ci sono dei call center che lavorano per telecom e sono strapagati (i padroni ovvio) per fare “numeri” non importa come tanto questi non appaiono, sono quasi sconosciuti (ci sono nel bilancio telecom?) pur fatturando milioni di euro. Se qualcosa va male chiudono e tanti saluti

  8. Il bello (o il brutto) è che il dott. D’Aleo non è tronchettiano, è un figlio dalla vecchia, cara, mamma SIP. Ma i colaninno ed i tronchetti lo hanno fatto diventare un figlio di….Telecom Italia!

  9. avevo fatto un post sulla figura di palta di D’Aleo a mi manda raitre
    http://aghost.wordpress.com/2006/11/11/bollette-gonfiate-figura-di-palta-di-telecom-a-%c2%abmi-manda-rai-tre%c2%bb/

    Quello che è incredibile è che un colosso economico come telecom italia non abbia nessun altro da mandare in televisione per non sputtanare definitivamente l’azienda…

    Ma possibile che non si rendano conto che uno come D’Aleo è meglio tenerlo chiuso in qualche ufficio?

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