Prima del web, i font (o le font?) erano un affare da specialisti. Poi la “tipografia” è diventata per tutti noi sempre meno un luogo di stampe e di inchiostri e sempre più una questione di grazie e bastoni, funzionalità ed estetica.
Per me, che sono una visiva e le parole prima di tutto le guardo, i “vestiti” delle parole sono fonte di inesauribile curiosità.
Ho molti link e riferimenti su questi temi, ma mai mi ero imbattuta in qualcosa di paragonabile allo straordinario blog francese design et typo, di Peter Gabor.
Luisa, non sono sicuro che il web abbia “liberato” i font, anzi, mi sembra costringa a limitarne l’uso per via della mancata diffusione dei font installati sui pc degli utenti; per cui siamo tutti lì tra Times, Arial/Helvetica, Verdana e, per i più arditi, Trebuchet.
Avendo vissuto il giro di boa dalle stampani ad aghi mono-font alle laser e a Page Maker, speravo in un mondo digitale fatto di versatilità nella scelta dei “tipi”; invece devo usare Acrobat per essere sicuro di inglobare i font, ma sul web non mi pare si possa (ancora) fare.
“I” font”.