Un paio di settimane fa la rubrica di Gian Luigi Beccaria Parole in corso sul Tuttolibri della Stampa era dedicato alle parole che contengono in sé la loro spiegazione e la loro storia:
>> Adamo, l’uomo, il genere umano in ebraico
>> Eva, dal sumero Ama o Eme, cioè madre
>> Afrodite, dal greco afrós, schiuma
>> il francese chauve-souris, pipistrello, letteralmente “sorcio calvo”
>> l’inglese book e il tedesco Buch, dal sostantivo germanico che significava “faggio”, il legno sul quale venivano incise le rune, i caratteri dell’antico alfabeto germanico.
Parole con dentro cose, e parole-cose.
Questo articolo mi è tornato in mente oggi, quando ho ricevuto la newsletter di Casa della Poesia, un progetto ormai decennale della Provincia di Salerno e del Comune di Baronissi. Una newsletter che ha un nome semplice e potente: Poesie come pane.
Io che sono veloce e impietosa nel cestinare le email, da anni non riesco a buttare questi messaggi senza averli almeno scorsi. Altrimenti mi sembra sempre di buttare il pane nella spazzatura.