Qualche giorno fa, navigando, sono incappata in un bellissimo testo di Primo Levi, intitolato Perché si scrive, tratto dal volume di saggi L’altrui mestiere.
Levi elenca e approfondisce nove motivi, da “perché se ne sente l’impulso” a “per abitudine”.
Sono rimasta colpita ancora una volta dalla sua lingua così pulita e semplice, dal lessico preciso da scienziato umanista, dagli aggettivi giusti.
“Ruvida e greggia”, per esempio, è l’angoscia che lo scrittore scaglia “sulla faccia di chi legge” quando è preso dal dolore e dall’ansia. Ansia e dolore da lasciar decantare e filtrare sulla pagina con lentezza e discrezione “altrimenti rischia di contagiarla agli altri senza allontanarla da sé.”
Fondamentale, per il nostro lavoro, anche “Perché leggere i classici”. Arnaldo
Un grande della nostra letteratura: più lo si legge più si scopre quanto il suo linguaggio sia nella sua linearità “appetibile” ma difficilmente eguagliabile!
giovanna
Perchè si scrive?Per sentirsi Creatori e Padroni.Per provare emozioni e dare emozioni.Per razionalizzare le proprie Paure ed aiutare gli altri a farlo.Per non rimanere Soli,perchè comunicare ci fa sentire vivi tramite il contatto con una realtà condivisa.Una realtà diventa reale solo per il fatto di essere raccontata.Questa è la mia opinione attuale. (HUNT)=G.
[…] La penna limpida di Levi […]