Non sapevo che oltre alla volontà esistesse anche la nolontà. L’ho imparato stamattina dalla “parola al giorno” Zanichelli
nolontà
[vc. dotta, lat. tardo noluntate(m), da nolle
‘non volere’, sul modello di voluntas, genit.
voluntatis ‘volontà’; 1954]
s. f.
* (filos.) Atto di volontà in base al quale si
fugge il male.
“Noli me tangere!” dice Gesù alla Maria al sepolcro, secondo la Vulgata. In italiano abbiamo “volonte o nolente”. Buona giornata, Ardovig
Ma un inglesismo o un qualsiasi prestito, sono parole italiane a tutti gli effetti, volenti o nolenti? un dubbio riguardo un problema di accessibilità. In un testo le parole “computer”, o “mouse”, ecc ecc le devo marcare come o no? nel dizionario ci sono, ES eng, ma certamente la pronuncia non è quella che si otterrebbe leggendo le parole. Però, non sono inglesi, ormai sono italiane. Non so.
Nel Dizionario di filosofia di Nicola Abbagnano viene riportato l’uso che San Tommaso fece del termine proprio come “fuga dal male”. Altri sensi come “volontà inibita” o “assenza di volontà” sono impropri.
Un termine che apre nuovi orizzonti semantici.
😎
Ah, pensavo lo conoscessi.
Il Nolito, in Sicilia, è il pensiero, la fantasia, il ghiribizzo, l’invenzione, il capriccio, la bizzarria. Adesso capisco perché i Siciliani hanno un approccio creativo al lavoro.
No- litum (irregolare di fero, fers, tuli, latum, ferre) No?
Lo usa anche shopenhauer, ma nel senso della assenza di desiderio e di creazione del vuoto, avvicinandosi all’idea orientale di felicità.