La scrittura professionale è diffidente verso gli aggettivi, verso le coppie scontate di aggettivi e sostantivi, quelli che stanno malissimo insieme ma non si lasciano mai.
Come scriveva Alphonse Daudet, l’aggettivo deve essere l’amante passeggero del sostantivo. Un incontro fugace, e poi via verso un’altra parola.
Lo sa benissimo Carmen Consoli, i cui testi sono un trionfo di aggettivi che ti sorprendono sempre. Tanti, tanti, ma mai troppi.
proverbiale egoismo
eleganti premure e sontuosità
nuove esaltanti vittorie
feroce addio
ingrata tempesta
mite e insolito risveglio
sarcasmo congenito
amoroso contorno
tacito requiem
eccentrici culturisti
sproloqui gratuiti
spinosi indugi
novembre inoltrato e nostalgico
confusa e felice
(quasi un ossimoro di aggettivi paralleli che convergono verso lo stesso scopo)
e dunque eri al concerto!
Ritengo che gli aggettivi abbiano una grande forza icastico-comunicativa e siano fondamentali nel comunicare agli altri IMMAGINI.
Se dico “una ragazza”, l’immagine è quanto mai sfuocata . Se dico ” una ragazza alta, elegante, gentile” aggiungo dei flash che trasmettono immagini.
Sei d’accordo?
Francesco (Darioself)
Sono riuscito e racuperare il mio blog
Ti vorrei linkare.
Francesco Dario
ascolto musica italiana da sempre e purtroppo molte canzoni avevano testi banali con uso della rima baciata ad esempio e scontati solo per creare delle rime facili da ricordare.
Ultimamente trovo che i parolieri siano di molto migliorati. Carmen Consoli è una grande artista e sa usare bene le parole delle sue composizioni abbiandole a una musica originale.
Saluti
La discutibile urgenza di conformarsi alla media 🙂
C’è una canzone in particolare di Carmen consoli che riesce a trovare qull’equilibrio che tu dicevi tra sostanti ed aggettivi, tra forma e sostanza…
Sorriso
Pablo
IN BIANCO E NERO
Guardo una foto di mia madre
era felice avrà avuto tre anni
stringeva al petto una bambola
il regalo più ambito
Era la festa del suo compleanno
un bianco e nero sbiadito
Guardo mia madre a quei tempi e rivedo il mio stesso sorriso
E pensare a quante volte l’ho sentita lontana
E pensare a quante volte…
Le avrei voluto parlare di me chiederle almeno il perché
dei lunghi ed ostili silenzi e momenti di noncuranza puntualmente
mi dimostravo inflessibile inaccessibile e fiera
intimamente agguerrita temendo una sciocca rivalità
Guardo una foto di mia madre
era felice avrà avuto vent’anni
capelli raccolti in un foulard di seta
ed una espressione svanita
Nitido scorcio degli anni sessanta
di una raggiante Catania…
certo non si pò dire che la versatilità della ‘cantantessa’ abbia proprio un grande effetto. In maniera diversa ma comunque efficace, ti consiglio anche Daniele Silvestri (soprattutto l’alalbum Prima Di Essere Un Uomo) e Marco Paolini…Ciao
…diaboliche anomalie
meschina delizia
sguardi famelici
ignobile addio
celestiali sembianze
l’attrito stridente
struggenti eroiche attese
dannata ingenua
languidi stucchevoli altruismi di convenienza
autunno distratto
infuocate carezze
invidiabile savoir faire
vorticosa passione
improvvise somiglianze
simbiotiche intuzioni
…
Emanuela F.
confusa e felice è di certo una canzone particolare e che gioca non solo con le parole ma anche con lo stesso modo di cantare della Consoli