Oltre a scrivere, in azienda ho sempre fatto tanta attività di editing sui testi altrui.
Attività che ho sempre apprezzato molto perché leggere i testi per capire se sono efficaci, correggerli, spesso riscriverli, aiuta moltissimo a scrivere meglio.
Aiuta sia a diventare dei bravi editor di se stessi nella indispensabile fase di revisionedi ogni nostro testo, sia a diventare scrittori consapevoli delle proprie scelte testuali. Quando correggiamo noi stessi, ci correggiamo e basta, finché i testi non suonano bene. Ma quando correggiamo gli altri, dobbiamo anche spiegare loro “perché”, magari proprio per iscritto. E sono quei tanti “perché” che man mano ci portano verso la consapevolezza.
In questi giorni, su un bel libro di un business writer inglese, ho (ri)letto un piccolo episodio tratto da On Writing di Stephen King.
Il giovane scrittore alle prime armi, allora squattrinatissimo, sottopose al caporedattore i suoi primi due articoli. Gli tornarono indietro pieni di correzioni, ma con un consiglio prezioso: i testi non sono finiti se non ci hai fatto un robusto editing sopra. E perché il consiglio fosse più incisivo, fu completato da una bellissima metafora: “Scrivi con la porta chiusa, ma riscrivi con la porta aperta”. Quando scrivi e butti giù la prima stesura puoi permetterti di essere solo, ma quando rileggi lo fai per comunicare, per essere capito, per metterti in sintonia con gli altri e con il mondo. Non puoi lasciarli fuori.
But if you publish, your freedom will be checked; you will be thinking
what people will say; you will write for others when you ought only to be
writing for yourself.[…]
Ma se pubblichi la tua libertà verrà controllata, penserai a quello che dice la gente, scriverai per gli altri quando dovreti scrivere solo per te stesso […]
da Poetry & its Death
(A letter to a young poet written in 1932)
by Virginia Woolf
It’s always a relief when someone with obvious exstpeire answers. Thanks!
la questione, secondo me, è che si deve cercercare di “correggere” con i nostri occhi e con la mano altrui. trovare gli errori può essere facile, ma se non si analizza come si è giunti a commetterlo si imparerà a riconoscerlo e corregerlo, mentre l’ideale è saper evitare la strada che ci porta a commeterlo.
quindi non solo perché si è sbagliato, ma anche come si è giunti allo sbaglio.
ripubblico il mio commento che avevo postato in forma anonima…chiedo venia
la questione, secondo me, è che si deve cercercare di “correggere” con i nostri occhi e con la mano altrui. trovare gli errori può essere facile, ma se non si analizza come si è giunti a commetterlo si imparerà a riconoscerlo e corregerlo, mentre l’ideale è saper evitare la strada che ci porta a commeterlo.
quindi non solo perché si è sbagliato, ma anche come si è giunti allo sbaglio.