Nel passaggio da un anno all’altro, le previsioni si sprecano. Sulla comunicazione ne ho lette parecchie in giro per il web. Quelle di Gerry McGovern sono arrivate ora nella mia casella di posta. Le riporto, sia perché la persona è in gamba, sia perché si riferiscono in particolare a chi scrive per il web.
Il web editor, la persona che meglio sa distinguere i contenuti buoni da quelli cattivi, godrà di maggiore autorevolezza.
I siti diventeranno più piccoli: una buona opera di taglio e bonifica di contenuti vecchi e tratti direttamente dal mondo della carta stampata li alleggerirà parecchio.
I siti diventeranno più semplici, la loro complessità verrà tenuta celata all’impaziente lettore.
L’alto management verrà sempre più coinvolto nello sviluppo di strategie comunicative sul web.
Qualche domanda difficile riguarderà il ritorno dagli investimenti: è sufficiente a giustificare impegno e risorse spesi nel sito?
L’importanza di avere testi di qualità scritti da professionisti verrà riconosciuta, ma le persone che li scrivono non avranno ancora il giusto riconoscimento.
L’attenzione dei lettori è sempre più bassa, i testi diventeranno più corti. Sarà sempre più difficile far leggere testi superiori alle 500 parole.
Le persone vogliono arrivare ai contenuti giusti nel più breve tempo possibile. Questlongo richiederà di migliorare la qualità dei testi dei metadati.
Il web design continuerà la sua corsa verso la standardizzazione. La navigazione più chiara è essenziale per ridurre le incertezze ed aumentare la dimestichezza dei navigatori.
Le cose non cambieranno moltissimo nel 2005. Il web sta ancora maturando e, per quanto riguarda i testi, si tratta soprattutto di gettare delle buone basi.
Molte osservazioni mi trovano d’accordo, ma questa corsa al testo corto e alla standardizzazione mi fa veramente paura.
Al testo corto ad ogni costo non ci credo affatto. Penso che l’attenzione del lettore la si tiene viva con testi originali nel contenuto e nello stile e con la varietà degli stili all’interno dello stesso sito, non certo con le forbici. La bravura di un web writer è tutta lì. Anzi, più il design e la navigazione diventano standard, meno devono esserlo i testi.
La prolissità è nefasta, lo stile telegrafico altrettanto.
Il MdS è fatto di testi lunghi, che nel tempo lo sono diventati ancora di più. Eppure, nessuno se ne è mai lamentato. Nessuno mi ha chiesto qualcosa di più sintetico. Casomai, mi sono stati chiesti degli approfondimenti.
Mi pare che Carlini nel suo ultimo libro dicesse il contrario: sul Web grazie ai collegamenti Adsl spesso flat l’esigenza di testi corti per far risparmiare tempo al navigatore si riduce ed anz c’è, a differenza della carta stampata, dove lo spazio costa più possibilità di articoli di approfondimento e meno flash. Purtroppo, credo,la tendenza a dedicare poco tempo alla lettura è forte ma non investe solo il web ma anche giornali, libri, etc.
banale, ma molti creano siti e blog con lettering di difficilissima lettura, sia per stile che per corpo. sono d’accordo con te: il fatto che sul web non funzionino testi lunghi è un mito assurdo
ccast@tin.it
I was really confused, and this answered all my qutenioss.
Concordo con le osservazioni che hai fatto. In particolare credo che si debba cercare di rispettare gli standard nel codice dei siti per evitare problemi, però standardizzare i testi o accorciarli troppo non mi sembra una cosa buona ^^;
Elfuccia
Cara Luisa.
Il testo non deve esser corto, ma solo facile. Capibile.
E sul web, per quel che ho imparato ultimamente, un argomento dovrebbe essere trattato a livelli, partendo da uno schema A-B-C..
A-B-C, vale a dire,
A: perché me ne sto occupando
B: come me ne sto occupando
C: varie, annessi e connessi, vantaggi, eccetera.
I livelli successivi approfondiscono gli A-B-C.
Se qualcuno vuoe approfondire va nell’A-approfondimento.
nel B approfondimento
nel C approfomndimento.
Altrimenti resta nell’ABC di partenza.
Sempre sintetico, corto, facile, capibile.
Ciao.
Fairytale