Oggi La Repubblica dedicava un paginone alle parole che ogni anno entrano ed escono dai dizionari. Entrano parole in voga, quali ecoturismo e pet therapy – destinate magari a soggiornarvi solo qualche anno – ed escono parole che come piantine debolucce non hanno attecchito nel giardino della lingua. Altre escono per essere ospitate da dizionari tecnici o specialistici.
Non sapevo che la cartellina in cui i lessigrafi schedano le parole obsolete si chiama “braccio della morte”, dove stazionano in attesa del giudizio finale: o dentro o fuori.
Edoardo Sanguineti, saggiamente, vorrebbe tenerle tutte: “Vorrei fare il cyberdizionario. Con la tecnologia che c’è oggi si potrebbe realizzare un dizionario online, aperto a tutte le trasformazioni, anche ai gerghi dei liceali. Che non raccolga solo il significato delle parole, ma anche come vengono pronunciate e con quali gesti. Un archivio audiovisivo in grado di riprodurre gli accenti delle varie regioni, o il sonoro di una ninna nanna cantata cento anni fa.”