Ogni lunedì Punto.com intervista uno scrittore italiano sulle sue abitudini di scrittura. Oggi era la volta di Alain Elkann, leggero e un po’ snob: niente computer, né fax, né email; niente musica di sottofondo; quadernetti di colore diverso per ogni libro e una penna gialla; cinque pagine di quaderno al giorno (ma non tutti i giorni); riscritture ed editing accurati.
Niente a che vedere con la fisicità, il sudore e i ritmi forsennati di Simenon, così come lui stesso racconta in una lunga intervista inedita pubblicata sabato da La Stampa:“Scrivevo in un tale stato! Non dimentichi che finivo un capitolo di venti pagine in circa due ore, e che dopo avevo perso ottocento grammi. Abbiamo fatto l’esperimento con Teresa: lei pesava i vestiti che avevo prima di di darmeli. Perché avevo dei vestiti che mi servivano solo per scrivere, era quasi una superstizione: due camicie sportive, una rossa e una scura a quadrettoni. Le avevo comprate a New York, e da allora ho sempre scritto tutti i miei romanzi con quelle camicie.”
dategli qualche soldino per cambiare camicia, povero diavolo!
I had no idea how to approach this beeofr-now I’m locked and loaded.
Plnesiag to find someone who can think like that