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risali negli anni

9 Ottobre 2004

Scatole bianche e il ricordo di Jane Austen

Chi, come la sottoscritta, è affascinato dal potere di quella strana e affascinante cosa che si chiama brand, avrà notato in questi giorni l’invasione sottile ma tenace della nuova campagna pubblicitaria della Philips.
Nuova immagine, nuovo payoff: da Miglioriamo il tuo mondo a Sense and simplicity. Tutto uguale, nello stesso tempo, in tutto il mondo.

L’immagine-guida è una scatola bianca aperta da due bambini su un prato verde. Bambini visti dall’alto, che potrebbero essere i nostri, o americani, o coreani. “La tecnologia dovrebbe essere semplice come la scatola che la contiene”. Elettrodomestici capaci di svolgere per noi compiti complicati, ma talmente semplici da usare che possono farlo anche dei bimbetti.

La campagna sui magazine comincia così e poi si sfogliano di pagina in pagina tecnologie semplici e complicatissime: un rasoio da usare anche sotto la doccia, un’ecografo, un chip per stereo e televisori, fino a una macchina per la TAC. Dura fare una pagina pubblicitaria con una macchina così inquietante, ma il testo è efficace: “La velocità salva vite umane. In un pronto soccorso risparmiare tempo può significare salvare vite. Il sistema TAC Brillance CT fornisce un’immagine completa dello stato del paziente in pochi secondi. Ora i medici possono sapere esattamente quello che occorre fare al semplice tocco di un pulsante. Questo, in un Pronto Soccorso, può consentire di salvare una vita. E dà più senso all’innovazione.”

Ma a me quello che piace di più è quel sense and simplicity, così terso e settecentesco nel suo ricordare il titolo di un famoso romanzo di Jane Austen, un’accoppiata vincente sia dal punto di vista del suono piano e scivoloso di S, sia dal punto di vista semantico, dove la semplicità non è quella dei sempliciotti, ma si carica – appunto – di senso e significato.

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Una risposta a “Scatole bianche e il ricordo di Jane Austen”

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