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risali negli anni

4 Settembre 2004

Bambini che scrivono

I draghi locopei, di E. Zamponi (Einaudi)“Tra un po’ si torna a scuola, chissà se si riuscirà a tener desta l’attenzione intorno alla nostra lingua. Magari giocando. La parola non è soltanto un segno che serve per comunicare, ma è anche fantasia, e un cumulo di ambiguità, per le evocazioni celate nel nucleo. Comportandosi come meccanici specializzati, si possono montare e smontare i pezzi, vedere come funzionano. E qui la grammatica della poesia è un buon campo d’esercitazioni. Non so se ancora si usa quel prezioso libretto di Ersilia Zamponi, I draghi locopei, che insegnava assai bene a giocare con le figure della retorica, con le metafore, a costruire immagini strane, poetiche…”

Lo scrive oggi Gianluigi Beccaria nel suo “Parole in corso” sul Tuttolibri della Stampa. Già, me lo domando anch’io. Perché quel bellissimo libretto ha insegnato a me tantissime cose sulle parole e le loro infinite possibilità. Molto di più di tanti costosi libri sulla comunicazione.

Sono andata a scovarlo nella mia libreria e l’ho sfogliato dopo tanto tempo. E’ un libro, e insieme una scatola di giochi. “Draghi locopei” è l’anagramma di “giochi di parole”, giochi inventati dall’insegnante Ersilia Zamponi e dai suoi allievi nella scuola media di un piccolo paese sul Lago d’Orta nei lontani anni 80.

La scatola contiene: anagrammi da fare con il proprio nome e cognome, indovinelli, scarti, zeppe, da: I draghi locopeicambi, falsi, catene, acrostici, figure retoriche, slogan pubblicitari… sotto il segno di Rodari e Queneau.

Nelle nostre librerie, diventate ormai dei supermercati che hanno solo i libri dell’ultimo anno, è difficile trovare i “draghi”, ma sulle librerie online il libro c’è e si può avere in un paio di giorni. Insieme all’altro piccolo capolavoro della professoressa Zamponi, Calicanto, manuale di poesia per i più piccoli.

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5 risposte a “Bambini che scrivono”

  1. I draghi locopei è uno dei miei libri preferiti. Lo rileggo ogni tanto e lo uso talvolta in classe (è uno degli spunti per la combinatoria). Sono contenta della bella recensione che hai scritto.

  2. Bellissimo libro. Anche se esula dall’italiano, ti segnalo l’articolo “Ma perché nel Nord Europa lo parlano tutti?”, a proposito della padronanza della lingua inglese. Ciao, Arnaldo

  3. :-))))))
    “Perché quel bellissimo libretto a insegnato a me tantissime cose sulle parole e le loro infinite possibilità.”… Ma non a scrivere “ha” per indicare la voce del verbo avere…
    :-)))))

    È certamente un digiterrorù

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