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risali negli anni

11 Aprile 2004

Una vita intera in un fiore che cade

Tiziano, Pala Pesaro
Tiziano, Pala Pesaro (1519-1526), Venezia, Santa Maria Gloriosa dei Frari.

Ci sono pittori “pittori”, talmente tali, che pur legatissimi al loro tempo per la scelta dei temi, sembrano sorvolare secoli e generazioni e porsi in un limbo e in uno spazio eterno della pittura. Con le loro pennellate tracciano itinerari di forme e colori che creano fratellanze al di là del loro tempo, delle loro città, delle loro corti.

Per me i primi della lista sono Tiziano e Velázquez, due testimoni della loro epoca che hanno dipinto avvenimenti contemporanei e potenti del tempo, ma che mi sembrano vicini e veri come Picasso. È a questo che pensavo venerdì pomeriggio visitando la mostra dedicata al barocco delle corti alle Scuderie del Quirinale a Roma.

Tiziano ha unito la terra al cielo collegandoli con colonne infinite e aprendo così le porte al barocco. In tarda età ha dipinto le sue meditazioni su Cristo intingendo le dita direttamente nel colore e passandole poi sulla tela, senza progetto, senza disegno, come farà nel ‘900 Pollock, identificando pensiero, gesto e vita.

Ma Velázquez è riuscito a raccontare la vita, la grandiosità, la tristezza, lo scorrere del tempo, rappresentando piccole e immobili principesse, le Infante di Spagna. Una dietro l’altra, a diverse età, accolgono fisse e altere il visitatore nella prima sala della mostra. Vestiti rigonfi, senza corpo, come gli sfarzosi monumenti funerari dell’epoca. Drappi rossi che scendono dal soffitto, come a teatro. Una scena costruita ad arte con i simboli della ricchezza e del potere: ventagli, pellicce, gioielli. E al centro quei visi veri, pallidi e tristi di bambine, rappresentati quasi senza pietà.

Velazquez, Infanta Margarita con l'abito rosa.
Velazquez, Infanta Margarita con l’abito rosa.elazquez, Infanta Margarita con l’abito rosa (1653) Kunsthistorisches Museum, Vienna.

Ma bisogna provare a dimenticare il tempo, le circostanze, i personaggi. Immergersi nel puro tessuto della pittura.
Allora sotto i piedini dell’Infanta Margarita, i motivi del tappeto persiano – puri ghirigori piatti e senza prospettiva – appariranno come quelli di un interno tardo-ottocentesco di Bonnard, modellato sulle stampe giapponesi. Le pennellate bianche che le illuminano tutto il vestito sembreranno sorelle dei paesaggi innevati di Monet. Il blu metallico dello sfondo a sinistra, un fratello di quello di Cezanne.

Mentre il vaso di fiori trasparente è in bilico tra due epoche: corre in avanti verso l’impressionismo con le sue pennellate veloci e abbreviate; è profondamente seicentesco nel suo valore simbolico. Per la piccola principessa, Velázquez non ha scelto di rappresentare il tempo che passa con una clessidra dorata o un sontuoso orologio sulla sommità di una consolle. Ha preferito regalarle un fiore bianco che cade dal vaso, appena staccato, ancora profumato, ma destinato a trascorrere come le tutte le cose e le tutte persone, anche le piccole principesse.

3 risposte a “Una vita intera in un fiore che cade”

  1. Proprio così: tutto trascorre e muore. Indugiare troppo a contemplare la vita che passa fa nascere la poesia, ma blocca l’azione.

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