Non sono sempre in sintonia con il guru del “web editoriale” Gerry McGovern. Troppo austera la sua concezione del web-biblioteca, funzionale ma asettica come la corsia di un ospedale. Con tutte le etichette dello schedario (o armadietto dei medicinali) a posto, ma senza una finestra aperta.
Invece l’ultimo articolo della sua newsletter Newthinking mi ha trovata del tutto d’accordo. Titolo: Do you have a smiling face on your website? Se la risposta è sì, be’, allora cominciate a preoccuparvi.
Sottoscrivo: il nostro sito non diventa più appealing (o ad alto contenuto/tasso emotivo/emozionale, come dicono gli esperti) perché ci mettiamo delle persone sorridenti. Né lo diventa la nostra azienda quando l’intranet o l’house organ si riempiono di gente giovane e felice (“metteteci anche qualche donna, mi raccomando!”), che si compiace nel battere su una tastiera, rispondere al telefono, sfogliare un documento.
L’unico sorriso che possiamo compiacerci di strappare ai nostri utenti e lettori è quello per un’informazione trovata, un servizio reso, un’emozione regalata.
vienimi a trovare. io sarei curioso.
nel mondo della scrittura non ci sono regole, a parte quelle grammaticali.
per questo mi piace scrivere.
Sottoscrivo e risottoscrivo almeno un centinaio di volte.
Ciao
Grande Luisa….
Parole sante!! Purtroppo è più facile imbattersi in faccine sorridenti ed in pagine inutili.
Diciamo che le faccine, gli emoticons, versione gif o versione ascii, hanno stufato da tempo.
Le immagini di gente supergiovane e sorridente, invece….non stuferanno mai e faranno sempre il loro effetto. Però è molto probabile che distolgano dal contenuto reale(nel bene e nel male).