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risali negli anni

1 Novembre 2003

Copy editor: questione di feeling

Quella del copy editor è una figura professionale credo non molto o sempre presente nelle redazioni dei giornali italiani, ma che in quelli anglosassoni ha un ruolo importante.
È il giornalista che corregge i pezzi, li titola, li lima. Che scrive le didascalie delle figure, che controlla nomi, dati e numeri. Che, soprattutto, rilegge, risistema, riscrive, mettendosi dalla parte del lettore.

Io non ho mai lavorato in una redazione giornalistica, ma ho sempre provato una grande simpatia per il copy editor e sentito molte affinità tra il suo lavoro e quello dell’editor aziendale. Forse perché sono una abituata a lavorare dietro le quinte, a prestare penna e voce ad altri. O forse, più semplicemente, perché nel mio lavoro quotidiano il cappello del copy editor devo metterlo spesso. Per cambiare occhiali e prospettiva: quelli del dipendente, del possibile cliente, del management.

Per questo mi è piaciuto molto il prodotto finale di un seminario per i copy editor che si è svolto la scorsa settimana presso il Poynter Institute. È il ritratto dei copy editor e del loro rapporto di odio-amore con i giornalisti che firmano i pezzi.
Mi è piaciuto talmente che, come molte cose che mi piacciono, l’ho subito tradotto:

1. Accuratezza e credibilità ci stanno particolarmente a cuore.
2. Siamo qui per aiutarvi. Non siamo il nemico.
3. Ci interessano i dettagli. Perché interessano ai lettori.
4. Quanto a interessi e competenze, spaziamo dappertutto.
5. Facciamo domande perché non abbiamo tutte le risposte.
6. La nostra è una professione difficile e lavoriamo sodo per migliorare. Sappiamo che lavorate sodo anche voi.
7. Ci piacciono le buone storie. Ci entusiasma il lavoro ben fatto. Dopo tutto, siamo tutti giornalisti.
8. Amiamo essere lievi e spiritosi nei momenti di maggior tensione.
9. Correggiamo gli errori, ma non ve li sbattiamo in faccia.
10. Possiamo anche essere sconosciuti, ma non vogliamo essere senza voce.
11. Spesso siamo i soli a portare a termine un progetto.
12. Ci prendiamo la responsabilità di essere l’ultima linea difensiva.
13. Diamo il meglio quando collaboriamo con tutta la redazione.
14. Poiché questa doveva essere una lista di 10 punti, è chiaro che nemmeno noi riusciamo ad essere brevi.

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