Martedì sera spiaccicata contro una ringhiera, ieri sera mi ritaglio un piccolo spazio in una pedana rialzata, in mezzo a migliaia di altre persone che da due ore sono lì ad aspettare Paul Auster. Arrivo all’ultimo momento, parcheggio il motorino e corro su per le scale a cercare il posticino conservato per me. Solo il tempo di due chiacchiere, poi il buio e il silenzio scendono su Massenzio.
Mentre aspetto le parole e le note, mi accorgo di cosa ho alla mia destra: un collage, un capriccio di epoche e di stili, quali solo Roma sa regalare. Gli archi della basilica, il campanile medievale a loggette, la facciata rinascimentale bianca di marmo, e sotto il foro romano.
Lo scrittore dagli occhi di ghiaccio ha una voce calda, uno spirito attento e gentile: annuncia i nomi dei musicisti senza sbagliare un accento, racconta la trama del suo prossimo libro in un inglese perfetto e ben scandito, perché tutti lo seguano e lo capiscano. E quando arriva al punto clou del racconto, comincia a leggere per noi il suo testo ancora inedito. E allora ci trascina nel suo mondo narrativo così familiare, eppure ogni volta così diverso, scatole di storie nelle storie, decenni che si rincorrono in ricordi e fotografie, vite spezzate da un evento apparentemente insignificante quale il crollo di una grondaia… devo ricordarmi la sua voce e il suo ritmo quando leggerò il libro.
Finale concitato: siamo una vera folla davanti al tavolino dove Auster firma i libri. Ma lui è attento a firmare ogni copia nel posto giusto, esattamente sotto il titolo, sul frontespizio. E per ognuno di noi, fugacemente, alza lo sguardo e sorride.
benvenuta anche tu nel mondo dei blog… seguo da molto mestierediscrivere e l’ho sempre trovato un luogo davvero interessante dove fermarsi un po’…
🙂
Marina
E’ la quarta volta che inizio a digitare, e poi cancello tutto. Adesso basta: qualsiasi cosa mi venga fuori, la lascio. Non ho mai scritto niente in un blog, ho in mente l’idea fissa di non esserne capace. Di non essere capace di scrivere in modo non impostato, di scrivere per il solo piacere di farlo, o per dire csoi’ quello che passa per la mente. Il bello e’ che fino ai 12-15 anni ne ero capacissima, eccome. Pian piano, col liceo, questa capacita’ si e’ affievolita. L’Universita’ me l’ha proprio tarpata. Come scrivo, io? come un bel bonsai. Tutto li’ carino, bello potato, nel suo vasettino, senza una briciola fuori posto. Mi vengono in mente certe signore sulla sessantina, che escono trionfanti dal parrucchiere con certe messe in pieghe immobili, laccatissime, di gesso. Basta, ho deciso. Voglio riconquistarmi il mio caos, il mio disordine allegro, le mie parole un po’ futuriste. Questo diventera’ il mio blog: e viva i capelli in liberta’.
Angela
Cara Luisa,
sono felice di ritrovarti qui, mi domandavo da un po’ se nascosto sotto qualche maschera ci fosse un tuo blog… 🙂
Bella idea questa del blog. Contenta di ritrovarti sotto queste ‘spoglie’ :). Un saluto. Sil
Angela,
la tua immagine del bonsai io non la leggo affatto in maniera negativa… anzi.
La metafora del bonsai mi sembra adattissima al post di un blog: breve quindi curatissimo, ben pensato e potato a dovere.
Credi che io i post li scriva direttamente sulla form? Per niente. Li scrivo prima offline su Wordpad (oppure sul palmare, se sono in giro) li limo e li poto ben bene, li leggo e rileggo e solo dopo li “posto”. Spesso li ricorreggo, addirittura.
La mia idea della scrittura ha terribilmente a che fare con la disciplina… anche su un blog. Però mi unisco al tuo appello “viva i capelli in libertà”: è bellissimo 🙂
Luisa
nella speranza che il tuo blog sia interessante come il sito..
E’ sempre difficlie trovare chi apprezza ciò che scrivi. Lavorare di testa per sviluppare idee, descrivere in sintesi il messaggio che un oggetto dà, abbellire il tutto graficamente.
No, ci si ritrova alla fine a condividere in un blog le proprie capacità. Amedeo
Benvenuta e bravissima, Gardenia.
Scusami, l’anonimo sono io, Gardenia.
Paul Auster è un grande
ciao luisa!complimenti per l’esperimento blog. io ci ho provato per due settimane con un blog chiamato “finzioni metaletterarie”, ma le mia scarsa abilità con tutto quello che è informatica, mi ha fatto desistere!!!chissà, magari riprenderò…con un omaggio alla “trilogia di New york”, si vedrà. per ora mi accontento di seguire te, ben + coraggiosa e tenace. in bocca al lupo!Sonia
Allora, è vero: l’emisfero sinistro domina anche nel blog! 🙂
Cara Luisa, benvenuta nel mondo dei blog 🙂
Che bello incontrare Paul Auster! E’ il mio autore preferito, Mr Vertigo è il libro che sta sempre sul mio comodino.
“Si può dire che fossi una riga appena sopra il livello della nullità, un paio di molecole oltre il minimo indispensabile per costituire un uomo e poiché il maestro aveva capito che la mia anima non volava più alta di quella di una bestia, fu proprio da lì che incominciammo: dalla stalla.”